Non sono bastati i quattro giri canonici per decretare il vincitore del The Players Championship. Alla fine, dopo acquazzoni, ritardi, vento e gioco sospeso, il TPC Sawgrass ha il suo nuovo campione. Si chiama Cameron Smith e oggi ha dato a tutti una lezione di putt che difficilmente ci dimenticheremo entrando di diritto nell’Olimpo del golf.
Solo per darvi un’idea, l’australiano ha messo a segno 13 one putt in 18 buche.
La palla alla 17 piazzata a un metro dall’asta è stato il colpo che ha suggellato una vittoria più che meritata. Brivido finale che solo il The Players sa regalare è arrivato puntuale alla 18. Smith trova l’acqua con il secondo colpo e, nel frattempo, alla 17 Anirban Lahiri imbuca il putt per il birdie. Bogey salvato con approccio e putt ma un colpo perso che lo porta a un totale di -13 (69-71-69-66).
L’indiano non riesce a segnare il birdie alla 18 che lo avrebbe portato al playoff e si deve accontentare del secondo posto.
A giocarsi il torneo e il montepremi record di 20 milioni di dollari c’era anche Paul Casey. L’inglese è forse il giocatore che ha commesso meno errori nell’ultimo giro. Un gioco preciso e, soprattutto tattico, merito anche della sua lunga esperienza sul massimo circuito americano. Poi, alla 16 il drive perfetto in centro fairway è finito dentro un buco.
A nulla è servito l’intervento del giudice di gara che non gli ha permesso il free drop. La buca chiusa con il par ha smorzato l’energie di Casey che conclude il The Players al terzo posto con -10.
In contention fino alla 17 anche Keegan Bradley ma, si sa, il TPC Sawgrass non perdona nulla e nessuno. Tre putt alla 17, slice dal tee alla 18, tentativo di rimettere la palla in gioco e l’errore madornale. L’americano trova infatti l’acqua che spegne ogni velleità di vittoria.
Smith, il quinto australiano a vincere il The Players, si è così assicurato un assegno record ed è volato inoltre al secondo posto della FedEx Cup, dietro a Scottie Scheffler. E con ogni probabilità scalzerà Rory McIlroy dal sesto posto del World Ranking. A questo si aggiungono cinque anni di esenzione sul PGA Tour e tre anni di esenzione sui major.
Nota positiva anche il torneo giocato da Francesco Molinari. Peccato il giro finale in 74 che l’ha fatto cadere in 42esima posizione. Ma Chicco torna a casa con ottime sensazioni e con un putt ritrovato.