Dopo due anni torna finalmente la magia dell’Open Championship, il torneo più antico e prestigioso del mondo. Teatro della 149esima edizione il Royal St. George’s di Sandwich, nel Kent, circolo che ospita per la 15esima volta nella sua storia il major britannico.
Prima giornata caratterizzata da un tempo più continentale che britannico, con sole e temperature miti. Solo il vento ha fatto la sua comparsa nel pomeriggio, favorendo quindi coloro che hanno avuto il tee time al mattino.
Proprio tra questi è uscito il leader al termine delle prime 18 buche, Louis Oosthuizen. Il suo 64 (-6) ha messo in fila tutti ma a un solo colpo c’è un pericolosissimo Jordan Spieth, tornato ad esaltarsi sui links britannici come ai tempi del suo trionfo all’Open Championship al Royal Birkdale nel 2017.
Il 38enne sudafricano, al 51° major della carriera, ha già nel suo palmares la Claret Jug, conquistata nel 2010 nel tempio di St Andrews, ma anche un record tutt’altro che invidiabile. È giunto ben 6 volte secondo in un major e terzo una volta. Nel 2021 ha collezionato un 26° posto al Masters e due piazze d’onore a PGA Championship e U.S. Open, dietro rispettivamente a Phil Mickelson e a Jon Rahm.
Non vince dal dicembre del 2018 e ha un’altro pessimo record: in cinque playoff giocati ne ha vinto solo uno, e tra quelli persi pesano il Masters 2012 e l’Open Championship 2015.
Alle sue spalle, anche lui sceso in campo al mattino, un redivivo Jordan Spieth, partito male ma poi in grado di infilare una striscia impressionante di birdie che lo hanno portato a chiudere a una sola lunghezza da Oosthuizen (65).
Spieth divide la seconda piazza con un altro statunitense, il mancino Brian Harman, una delle sorprese di queste prime 18 buche.
Quarti con 66 un gruppetto composto dal canadese Mackenzie Huges, da un altro sudafricano, Dylan Frittelli, da Stewart Cink, Open champion nel 2009 a Turnberry, Webb Simpson (vincitore dello U.S. Open nel 2012 all’Olympic Club di San Francisco) e dal francese Benjamin Hebert.
Di questi solo Simpson e Hebert sono scesi in campo nel pomeriggio, a conferma della differenza di difficoltà del links inglese rispetto al mattino, dove il vento era praticamente nullo.
Ottimo esordio dei due azzurri impegnati : Francesco Molinari ha chiuso in 68 ed è 19°, con un birdie alla 18 (uno dei pochi realizzati a questa buca nel 1° giro) con palla praticamente data con il secondo colpo. Peccato per il bogey alla 16, una delle buche oggi più facili del campo, dove però Chicco ha mancato un corto putt per il par.
Molto positivo Guido Migliozzi, alla sua prima assoluta all’Open Championship. Il numero 1 azzurro ha firmato un solido 69 e occupa la 32esima piazza, uno dei 49 giocatori sui 156 in campo che ha terminato sotto par. “Non potevo sperare in un esordio migliore – ha detto al termine-. È stato un’ottimo giro, peccato per un paio di corti putt mancati ma non mi lamento. Mi piace giocare sui links e non vedo l’ora di tornare in campo domani. Essere qui e giocare al fianco di tutti i più grandi campioni è già un sogno”.
Questa la classifica al termine del primo giro del 149° OPEN CHAMPIONSHIP