Lo aveva detto giovedì in sala stampa Justin Rose, subito dopo aver firmato il miglior giro della prima giornata che gli regalava la leadership con ben 4 colpi sui secondi: “Ad Augusta non vinci facendo un 65, questo è un torneo in cui basta un minimo errore per vederlo svanire in un secondo”.
Non la tipica frase di circostanza ma la consapevolezza di un campione navigato che sa perfettamente che il cammino verso la Giacca Verde è ancora lunghissimo e pieno di insidiosi ostacoli là dove meno te lo aspetti.
Il 72 finale di Rose in questa seconda giornata dell’85° Masters ricompatta il gruppo e riporta in scia dell’inglese, fermo a-7, alcuni attesi protagonisti e qualche piacevole new entry.
Rose rallenta ma tiene
Se ieri a fine giro Rose guardava tutti dall’alto di 4 colpi di distacco, al giro di boa il suo vantaggio si è invece quasi completamente azzerato. L’inglese, che nel suo palmarés vanta un solo titolo major (U.S. Open 2013 a Merion), ha dovuto fare ricorso anche a tutta la sua enorme esperienza per non vanificare totalmente l’ottima partenza di giovedì grazie ai pesanti birdie della 13, 14 e 16 che hanno azzerato le brutte prime nove, chiuse in 39.
Con un campo bagnato appositamente prima del via per renderlo più umano rispetto alla giornata inaugurale, lo spettacolo era praticamente già scritto. Spazio a birdie ed eagle allora e un applauso speciale per i due 66 di Berndt Wiesberger e Tony Finau, migliori score di giornata, che gli hanno permesso di fare un balzo di 24 posizioni e collocarsi al 6° posto a tre lunghezze da Rose. Un colpo in più, 67, lo hanno portato a casa Marc Leishman (ora 4° con -5) e Justin Thomas (6° a -4).
La sorpresa Zalatoris
In scia di Rose c’è invece un ragazzo che sta bruciando le tappe molto più velocemente di quello che ci si potesse aspettare, Will Zalatoris. Appena entrato nei Top 50 del World Ranking, il 24enne californiano ha impressionato non solo per la sua notevole lunghezza (drive e 52 gradi alla 18 per il birdie e il 68 finale che lo lascia a una sola lunghezza da Rose), ma per l’approccio spavaldo con cui ha interpretato in modo impeccabile l’Augusta National.
Fino a dodici mesi fa la dimensione di Zalatoris era il Korn Ferry Tour ma a luglio il suo primo titolo sul circuito satellite statunitense gli ha aperto le porte dello U.S. Open di settembre a Winged Foot.
Il resto è storia recente: un eccezionale sesto posto nel più antico major americano seguito da altri ottimi piazamenti lo hanno fatto balzare nei primi 50 del World Ranking, consentendogli di ricevere a casa l’invito per giocare il suo primo Masters in carriera.
Una meravigliosa storia sportiva la sua che i prossimi giorni potrebbe addirittura trasformarsi in una favola d’altri tempi. A sognare insieme al biondo ragazzino di San Francisco c’è anche il mancino Brian Harman, secondo parimerito a -6 grazie a due giri fotocopia in 69.
Spieth è tornato a sorridere
Era nell’aria da qualche torneo e settimana scorsa il golf mondiale ha finalmente salutato il ritorno al successo dopo quasi 4 anni di uno dei suoi più grandi talenti, Jordan Spieth.
Lasciati nell’armadio gli ultimi fantasmi il texano è tornato protagonista nel teatro dell’Augusta National che lo incoronò campione nel 2015 ma che lo affossò anche l’anno successivo quando butto al vento la sua seconda Giacca Verde consecutiva a favore dell’outsider Danny Willett.
Spieth c’è, e anche se qualche aspetto del suo gioco risente ancora delle vecchie ruggini di questi ultimi anni passati a cercare risposte, il suo 68 di giornata e il quarto posto a due colpi da Rose ha confermato che l’atteggiamento è quello dei giorni migliori, quelli che gli hanno regalato tra il 2015 e il 2017 tre dei quattro major del golf mondiale.
DJ si ferma al taglio
Da un Masters winner in contention a un altro che invece esce clamorosamente di scena al taglio, Dustin Johnson. Non vedere nel weekend il numero 1 del mondo fa certamente scalpore, anche se lo stesso Johnson aveva dichiarato alla vigilia di essere lontano dai livelli dello scorso autunno e della sua vittoria record.
Resta tra i protagonisti invece Francesco Molinari, bravo a recuperare un giro che, partito bene (birdie alla 2 e alla 3) lo ha poi visto subire un pesantissimo triplo bogey alla 5, una delle buche più dure del tracciato. Il suo 73 finale e il +3 totale sono l’ultimo risultato valido per passare il taglio (47°) e cancellare la delusione dello scorso novembre ad Augusta. Ora Chicco avrà davanti altri due giri per cercare di risalire la classifica e puntare a un piazzamento di peso in questo suo decimo Masters per recuperare fiducia e posizioni importanti nel World Ranking.
Un occhio di riguardo meritano infine tre nomi di grande peso subito dietro ai primissimi: Xander Schauffele con il 69 di giornata sale al 12° posto a -3, Collin Morikawa è 13° con -2 e Bryson DeChambeau con 67 chiude le prime 36 buche a -1 (17°), cancellando il brutto esordio di giovedì.
Lasciano l’Augusta già venerdì anche Sergio Garcia (+4), Brooks Koepka, Lee Westwood, Danny Willett (+5), Rory McIlroy (+6) e Patrick Cantlay (+8).
Questa la classifica al termine del 2° giro dell’85° MASTERS