Il sogno è durato fino a tre buche dalla fine, quando Francesco Molinari era ancora in testa al Memorial Tournament in compagnia dello svedese David Lingmerth (poi vincitore allo spareggio) e di Justin Rose.
Poi un brutto errore sul par 3 della 16, con palla corta e finita in acqua, lo ha costretto a un doppio bogey, che ha significato il terzo posto, in compagnia del golden boy americano, Jordan Spieth.
Ma Chicco (-13, 68 67 69 71) ha giocato anche nell’ultimo giro un gran golf, con drive sempre in fairway (pazzesco il suo 91% nei quattro giorni, contro la media del Tour del 69%) e anche con putt di ottima fattura. L’avvio era stato quasi veemente, con tre birdie consecutivi dalla 3 alla 5. In contemporanea, Justin Rose (-15, 68 67 66 72) commetteva ben quattro bogey nelle prime otto buche, recuperati solo alla 13 con altrettanti birdie sparsi nello score. A quel punto però l’inglese si ritrovava senza il tesoretto dei tre colpi di vantaggio su cui aveva potuto contare al termine delle prime 54 buche. E con in più l’insidia di un Lingmerth (-15, 67 65 72 69) molto regolare, che poco alla volta ha recuperato terreno fino allo sprint finale testa a testa.
Questo di Chicco è il terzo miglior risultato di sempre per un giocatore italiano sul PGA Tour, dopo i secondi posti ottenuti da Costantino Rocca nel 1995 e da suo fratello Edoardo nel 2010. Se resta un pizzico di amarezza per non aver raggiunto almeno lo spareggio, bisogna però ricordare questo terzo posto sul PGA Tour si va a sommare in questa stagione ad altri tre top ten nel circuito europeo, certificando il suo ottimo momento di forma e, se ce ne fosse ancora bisogno, la sua grande classe.
Fra le altre notizie da sottolineare, l’ottimo giro di Jordan Spieth (-13, 68 70 72 65), il migliore di giornata e illuminato da alcuni colpi che hanno mandato in visibilio la folla accorsa sul percorso del Muirfield Village, alla corte del mitico Jack Nicklaus. Se il 21enne di Dallas non avesse perso nei primi tre giorni alcuni birdie rimasti letteralmente sul bordo della buca, sarebbe stato senz’altro un brutto cliente per il terzetto formato da Molinari, Rose e Lingmerth.
A seguire (-12) il terzetto formato dall’australiano Marc Leishman, dal giapponese Hideki Matsuyama e da Jim Furyk, che a turno hanno provato a entrare nella lotta per il vertice, lasciando però qualche colpo di troppo sull’impegnativo percorso di Dublin (Ohio).
Molto triste vedere Tiger Woods giocare per primo, in quanto ultimo in classifica, e da solo, affiancato da un marcatore. Anche oggi sembrava partito con il piede giusto, ma il finale è stato da incubo, con cinque colpi persi in sei buche. Per lui uno score finale (+14, 73 70 85 74) davvero da dimenticare e che rende un po’ amaro il bilancio di tutto il torneo. Anche nell’ultimo giorno errori assurdi per un fuoriclasse quale Tiger è stato, che non fanno certo ben sperare in un suo recupero ai livelli che gli competerebbero. Lo U.S. Open, fra due settimane, sarà un altro, difficilissimo test per l’ex numero 1.
Terza giornata
Un’altro giro da incorniciare per Francesco Molinari (-12, 68 67 69), che gli fa salire ancora tre posti in classifica. Dopo 54 buche Chicco è secondo, insieme allo svedese David Lingmerth, alle spalle di un fantastico Justin Rose (-15, 68 67 66), che migliora giorno dopo giorno. E sarà proprio l’azzurro a giocare insieme all’ispiratissimo inglese nell’ultima partita del quarto giorno. Per Francesco cinque birdie e due bogey, con l’88,10% di fairway presi nelle tre giornate di gara (contro circa il 70% medio) e il 79,63% di green in regulation (quasi dieci punti percentuali meglio della media). Numeri importanti che confermano l’eccezionale rendimento di Chicco da tee a gree, ora supportato anche da un putt tutt’altro che male.
Con i suoi sette birdie di oggi, a fronte di un solo bogey, ma soprattutto con una facilità di gioco impressionante, Rose sembra imprendibile. Ma nel golf, davvero non si può mai dire, anche con tre colpi di vantaggio. Incrociamo le dita e forza Francesco.
Alle spalle del terzetto di testa troviamo Jim Furyk (-11) e poi un quartetto a -10 formato da Streelman, Todd, dal giapponese Matsuyama e dall’inglese Sullivan. Miglior score di giornata (65) per Streelman, Bradley e Dustin Johnson.
Mentre Spieth che gira in par perde ancora posizioni (24°) e Mickelson finisce nelle retroguardie (63°, 78 nel terzo giro), fa purtroppo notizia al negativo Tiger Woods. Per lui il peggior score da professionista (85) e inevitabile ultimo posto fra coloro che hanno passato il taglio (71°). Un vero e proprio dramma golfistico quello di Woods, segnato da sei bogey, due doppi e un tremendo quadruplo alla 18, contrastati da un solo birdie. E nell’ultimo giro a Tiger toccherà anche giocare da solo, per rendere il tutto ancor più triste…
Continua la sequenza di eccellenti giri per Francesco Molinari. Dopo 36 buche al Memorial, è quinto con -9 (68, 67) e recupera sette posizioni, collocandosi a soli tre colpi dal leader, lo svedese David Lingmerth (-12). Chicco esce due sotto par dopo le prime nove (quattro birdie e due bogey) e sulle seconde non sbaglia più, aggiungendo altre tre buche sotto par al suo ottimo score. Insieme a lui con lo stesso punteggio Furyk, Todd, Rose e Matsuyama, vincitore del Memorial lo scorso anno.
Sul percorso del Muirfield Village, a Dublin (Ohio), dopo il giro di boa si trova al comando come dicevamo lo svedese Lingmerth (67, 65, con sette birdie oggi), che precede di un colpo un incredibile Jason Dufner. Per il ritrovato “Daffy”, quattro eagle nei primi due giorni, a una sola lunghezza dal record sul Tour, che è di cinque in quattro giri. Uno dei due di oggi è stato una hole in one, alla 16, preceduto alla 15 dal primo “due sotto” di giornata. Quattro colpi guadagnati in sole due buche: davvero non male…
Completa le zone alte della classifica il terzo posto di Andy Sullivan e Ryan Moore, a -10. Spieth e Horschel hanno chiuso a -6, mentre nelle posizioni di rincalzo figurano Mickelson e Reed (-4). Per un soffio se la cavano Dustin Johnson e Tiger Woods, entrambi a -1, proprio sopra il taglio. Per l’ex numero uno un giro tutto sommato discreto (7o colpi, -2) che avrebbe potuto essere anche buono se Tiger non avesse dovuto segnare un paio di bogey proprio in dirittura d’arrivo, alla 16 e alla 17. Il problema resta sempre il driver e proprio per cercare di limitare i danni Woods spesso è ricorso al legno 3 dal tee. Per lui, solo 9 fairway presi su 28 nei primi due giorni (32,14% contro la media di 69,4). Un dato che la dice lunga sul punto debole del suo golf attuale.
Prima giornata
Ottimo giro iniziale di Francesco Molinari. Per lui quattro birdie e nessun bogey, con grande precisione e pochi rischi. Una prova esemplare, come quelle cui ci ha abituato il nostro campione nelle sue ultime uscite, che gli stanno facendo meritare gli applausi degli sportivi in Europa quanto negli Stati Uniti. Nel Memorial, che si disputa sul percorso del Muirfield Village GC, a Dublin, nell’Ohio, Chicco chiude quindi a -4, score che gli vale il 12° posto, però a soli due colpi dal podio e a uno dalla quinta piazza.
Dopo 18 buche conducono Bo Van Pelt e il giapponese Hideki Matsuyama, che si trovano appaiati a -8. Per il nipponico si è trattato di altrettanti birdie, mentre il quarantenne dell’Indiana di birdie ne ha segnati addirittura 10, con un paio di bogey a limare un ruolino di marcia da standing ovation. Li seguono a due lunghezze Jason Dufner, frenato da un doppio bogey alla 18, e lo scozzese Russell Knox (sette birdie e un bogey). Da segnalare ancora Justin Rose e Jordan Spieth con lo stesso punteggio di Molinari e Jim Furyk a -3.
Dopo la metà classifica sono finiti Dustin Johnson, Rickie Fowler e Phil Mickelson, 68.i con score in par, seguiti a +1 da Tiger Woods. Giro complicato il suo, partito malissimo – dalla 10 – con tre bogey nelle prime quattro buche. Poi due birdie (14 e 16), ma qui Tiger ha rovinato tutto bruciando tre colpi alla 17 e 18 (bogey e doppio). Molto, molto meglio le seconde nove dove, nonostante un drive sempre ondivago (alla fine solo il 28,6% di fairway presi!), è riuscito a portare a casa tre birdie puliti ai quali avrebbero potuto aggiungersene un altro paio se la palla non fosse finita a un soffio dalla buca, nonostante gli ottimi putt. Per lui l’85° posto, un’altra volta a rischio taglio.
Presentazione
Giovedì scatta il Memorial Tournament, a casa di Jack Nicklaus. L’importante torneo si svolge infatti sul percorso del Muirfield Village GC, a Dublin, nell’Ohio, considerato il numero uno dello stato americano, disegnato ovviamente dall’Orso d’Oro, che ogni anno apporta piccole o grandi variazioni per tenerlo sempre ai massimi livelli.
Con un montepremi di 6.200.000 dollari, il Memorial rappresenta la penultima tappa di avvicinamento allo U.S. Open (l’ultima spetta al FedEx St. Jude Classic della prossima settimana, nel Tennessee). Field di eccellente livello per la prova che prende il via giovedì 4 giugno e si concluderà domenica 7, a cominciare dal numero due del mondo, Jordan Spieth. E ci sarà anche Francesco Molinari, dopo la parentesi in Europa per giocare il BMW PGA Campionship a Wentworth e l’Irish Open al Royal County Down.
Ma anche stavolta gli occhi saranno tutti puntati su Tiger Woods, al rientro in gara dopo le note vicissitudini personali (fine del rapporto con Lindsey Vonn) e l’ennesima prova poco convincente al The Players, dove è finito 69°. Risultato di scarso rilievo, ma se vogliamo prendere in considerazione il bicchiere mezzo pieno si trattava del primo torneo ufficiale del PGA Tour concluso da Woods in quasi due anni (596 giorni per l’esattezza). Tiger (ora numero 176 del mondo) giocherà le prime due giornate con Jason Day e Patrick Reed.
In gara come dicevamo anche Jordan Spieth. Per lui quinto torneo in sei settimane ma nessun problema di affaticamento, secondo quanto ha dichiarato (ricordiamo comunque che ha solo 21 anni). Sarà in campo con Justin Rose e Bill Haas, mentre Rickie Fowler, tornato con qualche “livido” dall’Irlanda, giocherà insieme a Phil Mickelson e al vincitore della passata edizione, Hideki Matsuyama. Altra terna da tenere d’occhio quella formata da Dustin Johnson, in un buon periodo di forma, Matt Kuchar e Steve Stricker.
Da aggiungere ancora Jim Furyk, altro “top ten” della classifica mondiale, Billy Horschel, vincitore della FedExCup 2014, e Steven Bowditch, primo domenica nel Byron Nelson. Sono così in campo i numeri 2, 5, 6, 7, 8 e 10 del World Ranking, per una gara che perciò si attende davvero ai massimi livelli.