Lo avevamo lasciato settimana scorsa a Quail Hollow Xander Schauffele, impietrito di fronte a un indemoniato Rory McIlroy e deluso per l’ennesimo torneo lasciato per strada dopo esserne stato uno dei grandi protagonisti.

Il 30enne di San Diego è il classico giocatore che si potrebbe definire ’un fantastico perdente di successo’.

Nel suo palmares spiccano ad oggi dieci titoli, alcuni di peso assoluto: il Tour Championship del 2017, un WGC (HSBC Champions) nel 2018 e due anni fa Travelers e Scottish Open.

Senza dimenticare che stiamo parlando della medaglia d’oro di Tokyo 2020 e dell’attuale numero 3 del World Ranking. Posizione quest’ultima, la migliore mai raggiunta in carriera da quando è passato pro nel 2015, conquistata proprio quest’anno per la continuità dei suoi risultati più che per gli acuti assoluti.

Sì, perchè Schauffele non solleva un trofeo ormai da due anni, ma, dati alla mano, è uno dei più consistenti e soldi giocatori del mondo.

L’ennesima dimostrazione è arrivata oggi a Valhalla nel primo giro del 106° PGA Championship, dove l’americano ha preso la testa del torneo grazie a una prestazione assolutamente magistrale su un percorso tutt’altro che accomodante (quasi sette chilometri di lunghezza).

Il suo 62 (-9) è lo score più basso mai fatto registrare nella storia del major della PGA of America e il nuovo record del percorso, che fino a ieri apparteneva con 63 a Jose Maria Olazabal.

E non è tutto: Schauffele è entrato nella storia anche per essere il primo a realizzare due 62 in differenti major (il primo lo firmò nel giro di apertura dello U.S. Open 2023 al Los Angeles Country Club).

E qui viene la nota dolente, proprio i major. Il californiano ne ha giocati in carriera 27, superando il taglio in ben 24 occasioni.

La casella vittorie è però ancora a zero, mentre quella dei Top 10 recita un bel 12, un numero decisamente rilevante.

Tra questi spiccano i secondi posti all’Open Championship del 2018, nella storica edizione vinta da Francesco Molinari, e al Masters del 2019, terzo allo U.S. Open 2019 e di nuovo al Masters del 2021, e quinto allo U.S. Open 2015 e 2020.

Dal PGA Championship del 2022 non è mai andato oltre il 17° posto in uno Slam. Insomma, da quando è passato pro, Xander ha mostrato un feeling decisamente particolare con i major, mettendo insieme una serie infinita di eccezionali prestazioni, senza però mai trasformale, almeno una volta, in qualcosa di straordinario.

A Valhalla è ripartito da dove aveva lasciato, macinando un gioco impeccabile e infilando birdie su birdie prendendo meritatamente la testa della classifica a fine giornata.

I saggi dicono che di giovedì non si vince un major ma certamente si può perdere. Se Xander la lezione l’ha davvero imparata lo scopriremo solo la domenica pomeriggio alla 72esima buca.

I protagonisti della prima giornata

Non solo Schauffele. La prima giornata del secondo major della stagione ha registrato ben 64 giocatori sotto par, a dimostrazione che l’estrema lunghezza di Valhalla (ben 6.950 metri) da sola non è bastata a mettere in difficoltà i 156 protagonisti in campo.

Mentre Schauffele si gode la vetta in solitaria a tre colpi di distacco troviamo un terzetto composto dagli americani Tony Finau, Sahith Theegala e Mark Hubbard, secondi con 65 (-6).
Tanti poi i giocatori che hanno chiuso il primo giro in 66 colpi (-5). primo tra tutti, Rory McIlroy che sappiamo quanto accusi le prime 18 buche di un major. Alla vigilia del PGA Championship, il nordirlandese aveva dichiarato che a distanza di 10 anni dall’ultimo trionfo in un major sa di essere un giocatore diverso, più completo e il risultato l’abbiamo ampiamente visto ieri. Uno score macchiato solo da un bogey alla sua 17esima buca, la 8 e ben sei birdie.
In terza posizione sempre a -5 il mancino Robert MacIntyre, Tom Hoge, Tom Kim, Thomas Detry, Collin Morikawa e Maverick McNealy. 

Grande attesa per Tiger Woods chiude le sue prime 18 buche con uno score di 72 (+1). La Tigre ha m mostrato difficoltà con  tee shot ma ha tirato fuori dei salvataggi intorno al green degni del suo nome. Peccato per i due bogey finali che hanno sporcato un risultato che poteva lasciarlo tranquillo all’attacco delle 36 buche.

In 65esima posizione e proprio sulla linea del taglio Francesco Molinari, unico italiano a Valhalla. Uno score rocambolesco quello di Chicco con tre bogey, un biordie finale e la magia alla 4, sua 13esima buca con un ferro imbucato da 92 metri per l’eagle che ha rimesso lo score in par.

Questa la classifica finale dopo le prime 18 buche del 106° PGA Championship