Al Golf del Ducato di Sala Baganza (Parma), dopo le prime diciotto buche di gara per il titolo più ambito dell’Associazione, sono quindici i giocatori in quattro colpi nella parte alta del leaderboard.
Tra questi, solo uno è già stato capace di vincere il torneo ed è Andrea Maestroni, due volte campione (Margara 2011 e Montecchia 2014) e ieri già in testa alla classifica individuale della pro-am di apertura. Con 70 è quarto.
Chi invece ha fatto meglio di tutti è Stefano Mazzoli, 68 il suo score, quattro colpi sotto il par. “Il mio gioco è stato molto solido da tee a green, ho sfruttato bene i par 5 portando a casa qualche birdie, ma alla fine non sono stati tanti rispetto alle occasioni: potevo fare meglio sui green, duri, veloci e con molte pendenze, sicuramente la parte più difficile del campo”.
Il ventiquattrenne di Sergate ha alle spalle studi e tre vittorie negli Stati Uniti; professionista dal 2019, ha subito conquistato la carta per giocare l’Alps Tour e nel 2020 il primo titolo da pro, il Red Sea Little Venice Open.
Non gli è per ora riuscito il passaggio al Challenge Tour, primo dei non qualificati per due anni di fila. Un colpo solo più indietro (69) sono Federico Maccario e Takayuki Matsui; 70 lo score di Emanuele Canonica, Edoardo Giletta, Giulio Castagnara, Andrea Maestroni e Alessandro Notaro; 71 quello di Alberto Campanile, Gianmaria Rean Trinchero, Lorenzo Magini, Nicola Maestroni, Alessandro Bianco, Federico Livio e Hakim Hassan.
Un tracciato, quello del Ducato, che non si lascia conquistare facilmente, che non premia la
potenza (par 72 di 2.692 metri) ma pretende doti tattiche e fantasia nell’affrontare un terreno
sempre mosso, tra laghi e alberi piazzati ad arte. E poi green micidiali a fare la differenza.
Domani secondo round e il taglio che lascerà in gara solo i migliori 50 per il round finale e per un
montepremi di 30 mila euro.