Vittoria senza discussioni per Jordan Spieth. Il campione di Dallas, che compirà 22 anni il 27 luglio prossimo, ha dominato il Masters 2015 dalla prima all’ultima giornata, concedendo poche opportunità ai suoi avversari. Anche nell’ultimo giro, gli altri pretendenti alla giacca verde sono riusciti al massimo ad avvicinarsi a tre colpi dal leader, distanza di sicurezza che a un certo punto era addirittura raddoppiata.
Spieth ha chiuso con un altro 70 il suo torneo (64 66 70 70), arrivando a 270 e cioè eguagliando il record di tutti i tempi sull’Augusta National, che apparteneva a Woods dal 1997. In quella occasione Tiger aveva lasciato tutti ad almeno 12 colpi, mentre oggi Phil Mickelson e Justin Rose, giocando un grandissimo golf, sono riusciti a concludere a quattro lunghezze da Spieth. Ma sarebbe stato record assoluto con lo score finale di 269, se l’emozione alla fine non avesse fatto sbagliare al giovane texano un putt da poco più di un metro alla 18, dove aveva già ricevuto una lunghissima e fremente standing ovation dalle migliaia di spettatori presenti.
Jordan è il primo vincitore che ha tenuto il comando dall’inizio alla fine dal 1976, anno in cui quella impresa riuscì a Raymond Floyd. E per arrivare agli almeno tre colpi di vantaggio mantenuti sempre nella gara, bisogna addirittura risalire al 1941 e a un altro Woods, Craig. Hanno provato a riprenderlo Justin Rose e Phil Mickelson, ma mai sono riusciti ad avvicinarsi troppo (quattro colpi il loro distacco finale), pur giocando un grande golf. Per Mickelson, decimo posto d’onore in un major.
Eccellente il recupero di Rory McIlroy, che dopo 27 buche si trovava a +3 e a rischio di taglio. Con l’orgoglio del vero fuoriclasse si è rimesso in rotta, risultando il migliore nelle successive 45 buche sulle quali ha girato con la fantastica media di un birdie ogni tre buche (15 i colpi recuperati). “Jordan è stato davvero impressionante – ha detto Rory -. Bello per lui poter segnare la vittoria in un major così presto nella sua carriera. È stato grande da vedere, grande per il gioco e sono certo che sarà ancora un vero protagonista in futuro”.
Tutti aspettavano proprio lui, Rory, a caccia del Grande Slam e volevano vedere di nuovo Tiger in campo. Di Rory, che mantiene saldamente il suo ruolo di numero uno nella classifica mondiale, abbiamo già detto. Per Woods invece bisognerà aggiungere che il suo è un bicchiere pieno a metà. Nettamente in ripresa il gioco corto, sempre ondivago e a volte disastroso il drive. Ne è venuto fuori un Masters con luci ed ombre che ai due positivi giri centrali (69 e 68) ha opposto due 73 all’inizio e alla fine, per un 17° posto conclusivo. Ma diciamo che, visti i pregressi, tutti temevamo il peggio. Alla fine, la morale è semplice. Accanto ai vari Mickelson, Woods e McIlroy, oggi ad Augusta è nata una stella: Jordan Spieth.