Uno spiraglio sembrava si fosse aperto con il Memorial Tournament di questa settimana, che originariamente nei piani del PGA Tour avrebbe dovuto essere il primo torneo dell’era Covid-19 con l’ingresso di un numero contingentato di spettatori al giorno, 8.000.
La situazione attuale della pandemia negli Stati Uniti, che viaggia a quasi 60mila contagi al giorno, ha fatto fare però marcia indietro a Jay Monahan, Commissioner del circuito, bloccando sul nascere i suoi piani di lento ritorno alla normalità.
Un anno senza pubblico
Il nuovo calendario 2020 del PGA Tour prevede l’atto finale della stagione, i Playoff della FedEx Cup, dal 20 agosto al 7 settembre, tre gare di fila, Northern Trust, BMW Championship e Tour Championship all’Est Lake di Atlanta, che regaleranno al vincitore finale il titolo stagionale e un assegno di 10 milioni di dollari.
Anche la parte decisiva del circuito americano si disputerà però a porte chiuse: la decisione è giunta in settimana da parte dei rispettivi organizzatori dei tre tornei, che hanno spiegato i motivi derivanti da “una decisione difficile”, con la “salute e la sicurezza di tutti gli addetti ai lavori che resta però la priorità assoluta”.
Cosa succederà allo U.S. Open e al Masters?
Ora l’attenzione si sposta chiaramente sui major: il primo, il PGA Championship al TPC Harding Park di San Francisco dal 6 al 9 agosto, non prevede alcuna apertura al pubblico, mentre qualche spiraglio di speranza resta per lo U.S. Open, dal 17 al 20 settembre a Winged Foot, New York, che potrebbe essere il primo grande torneo ad ammettere parte dei fan sugli spalti.
La USGA, che organizza da sempre questo major, non esclude l’ipotesi ma il condizionale è d’obbligo e tutto dipenderà dall’evolversi della pandemia che ha già portato, tra le altre cose, al rinvio al 2021 della Ryder Cup.
Al momento tutto tace dall’Augusta National Golf Club: Fred Ridley, presidente del circolo georgiano, fin dalla decisione del posticipo a novembre (12-15) del Masters ha dichiarato che il torneo si sarebbe comunque svolto in autunno con il pubblico, per preservare il suo fascino e la sua tradizione.
Difficile però ipotizzare un’inversione repentina del numero di contagi negli Stati Uniti tale da poter permettere a Ridley di rispettare le sue parole. Per sua buona pace, anche il presidente dell’Augusta National dovrà quindi molto probabilmente adeguarsi alla nuova normalità, rinunciando anche lui all’atmosfera magica che solo il Masters sa regalare a giocatori e pubblico.