Se partecipare alle Olimpiadi è il sogno di ogni fotografo sportivo, farlo dedicandomi per due settimane esclusivamente al golf, lo sport che amo più di tutti e che ho amato per una vita intera, è stato senza dubbio il massimo auspicabile.

Sono arrivato a Parigi senza aspettative ma con tanta voglia di fare e di vivere fino in fondo un’esperienza che si è rivelata memorabile. Quest’anno il torneo di golf olimpico rappresentava un punto di svolta storico perché mai nelle precedenti edizioni avevamo assistito a una partecipazione di giocatori di così alto livello, sia nel torneo maschile che in quello femminile.

Se mi chiedessero poi quali sono i campi che mi sono piaciuti di più nel corso della mia carriera, sicuramente tra i primi tre inserirei il Golf National di Guyancourt, a sud est di Parigi, che già aveva regalato emozioni incredibili durante l’indimenticabile Ryder Cup del 2018. Questo percorso sembra davvero disegnato apposta per gli eventi sold out con grande partecipazione di pubblico grazie, soprattutto, a quel magnifico “effetto stadio” che si crea nelle buche 1, 2, 15, 16 e 18, racchiuse all’interno di un catino naturale e dalle cui pendici il pubblico può godere di una vista contemporanea su più buche del percorso. Senza dubbio l’effetto stadio si è fatto sentire.


Chi, come me, era presente anche nel 2018 per quello splendido trionfo made in Europe a tratti ha potuto rivivere quei momenti, complici soprattutto i tanti cori per Tommy Fleetwood e per i giocatori della squadra americana.

Rispetto ai tornei tradizionali del Tour, major compresi, il lavoro fotografico alle Olimpiadi è abbastanza differente

In un contesto normale, lavorando per un’agenzia fotografica, l’obiettivo è spesso quello di scattare la maggior parte delle foto ai giocatori in modo il più possibile “pulito”, isolando l’atleta da qualsiasi riferimento all’evento. Queste immagini, infatti, devono poter essere riutilizzate più volte nel corso del tempo, in contesti diversi, senza vincoli legati al torneo specifico.

Le Olimpiadi invece sono un evento talmente unico che il lavoro fotografico si trasforma radicalmente

Tommy Fleetwood, Scottie Scheffler, Hideki Matsuyama

Qui l’obiettivo è esattamente l’opposto: si cerca di fotografare i giocatori con quanti più riferimenti olimpici possibili. Le divise nazionali, prive di sponsor, e l’assenza di qualunque tipo di riferimento commerciale rendono le immagini esclusivamente legate a questo evento. Sono foto che potranno essere utilizzate solo quando si parlerà delle Olimpiadi, perché ad esse indissolubilmente legate. Tutto ciò rende il lavoro ancora più speciale, ma anche più impegnativo.
In quest’ambito, i due giorni di pratica prima dell’inizio del torneo, a differenza del Tour qui chiusi al pubblico, diventano fondamentali. Durante questi momenti, i giocatori sono più disponibili, più rilassati, e si ha l’opportunità di realizzare un numero considerevole di foto posate, che sono spesso molto richieste. Riuscire a immortalare un campione in posa sotto i cerchi olimpici, con la divisa della propria nazionale diventa così uno degli obiettivi principali dell’intera settimana, insieme ovviamente alle foto con le medaglie che regalano ai vincitori emozioni vere e genuine, fantastiche da poter ritrarre attraverso le immagini.

Sinceramente mai mi sarei aspettato di vedere il numero uno Scottie Scheffler, vincitore dell’oro, piangere commosso durante l’inno nazionale americano!

Seppur con meno partecipazione di pubblico, anche il torneo femminile è stato spettacolare, coinvolgente e combattuto, con le atlete che, purtroppo, hanno dovuto affrontare un campo decisamente più duro e asciutto rispetto a quello giocato la settimana precedente e che, seppur ridotto nella lunghezza, è stato ancor più difficile da domare.

Esther Henseleit (GER) Lydia Ko (NZL) e Xiyu Lin (CHN)

Ciò che mi rimarrà maggiormente della mia prima esperienza olimpica è quel sentirsi parte di un evento unico e globale dove tanti appassionati di sport si incontrano e condividono nello stesso luogo le proprie passioni. Sicuramente consiglio a chiunque di vivere da tifoso i Giochi Olimpici, con qualche suggerimento: organizzate un viaggio di almeno una settimana perché le Olimpiadi sono un evento estremamente vasto in termini di estensione dei luoghi di gara e quindi anche dispersivo.
Se potete, non limitatevi ad un solo sport, anche se come me siete legati ad uno di questi in particolare, ma decidete in anticipo quali eventi seguire, sia per essere sicuri di trovare i biglietti (molti erano sold out da tempo) sia per organizzare al meglio gli spostamenti (un esempio su tutti, il campo da golf e lo Stade de France, sede dell’atletica leggera, sono a quasi due ore di viaggio, tra metropolitana e autobus).

Per quanto riguarda la Cerimonia d’apertura, se è itinerante, magari lungo il corso di un fiume, guardatela in tv. Pagare tanti soldi per nomi importanti come Lady Gaga e Celine Dion e non vederle perché cantano a centinaia di metri di distanza dal proprio posto in tribuna, non è decisamente il massimo.

In merito al golf, non perdetevi ovviamente l’ultimo giro di entrambi i tornei e, se per un evento tradizionale consiglierei sempre di seguire anche il terzo giro perché tutti i giocatori sono all’attacco, qui invece, dovendo scegliere di seguire solo alcuni giorni, consiglierei il primo giro in quanto c’è più pubblico e l’emozione iniziale dei giocatori che devono rompere il ghiaccio con un torneo sicuramente atipico, è veramente palpabile.

A mio avviso, solo il primo giorno di Ryder Cup mi è capitato di sentire qualcosa di simile.

A conti fatti, condivido totalmente il pensiero di Rory Mcilroy che immediatamente alla fine del torneo ha puntualizzato come nell’attuale situazione caotica in cui versa il golf mondiale, i due eventi più veri ed emozionanti, per giocatori e appassionati, siano gli unici due in cui non si gioca per vincere premi in denaro: Ryder Cup e Olimpiadi.
Infine, un mio personale pensiero e ringraziamento va ai miei incredibili compagni di viaggio Claudio e Federico, due persone splendide con cui ho condiviso esperienze, consigli e tante risate.