Dopo 46 tornei in 31 paesi di quattro differenti continenti, la Race to Dubai 2019 arriva questa settimana al suo atto conclusivo con la disputa del DP World Tour Championship all’Earth Course del Jumeirah Estates di Dubai, l’ottavo appuntamento delle Rolex Series e il torneo che dal 2009 consacra il vincitore dell’Ordine di Merito del circuito continentale.

Comanda Wiesberger

Protagonisti di quest’ultimo decisivo appuntamento saranno i primi 50 del ranking europeo, comandato da Bernd Wiesberger con 4.802,4 punti e con un ritrovato Tommy Fleetwood secondo alla sue spalle con 4.079,7 punti dopo il successo nel Nedbank Golf Challenge a Sun City di domenica scorsa. Dietro all’inglese, con ancora aspirazioni di conquistare la corona europea 2019, Jon Rahm, terzo con 3.898,3 punti, Shane Lowry, quarto con 3.613,8 punti, e Matthew Fitzpatrick, quinto con 3.320,9 punti.

Ecco cosa serve per vincere l’Harry Vardon Trophy

  1. Bernd Wiesberger (Austria). Annata da ricordare per l’austriaco questo 2019: reduce la scorsa stagione da uno stop forzato di sette mesi per un infortunio al polso, ha messo insieme tre vittorie tra cui due Rolex Series (Scottish Open e Open d’Italia) e vanta 723 punti di vantaggio sul secondo, Fleetwood. Vincerà la Race to Dubai se conquista il DP World Tour Championship o finisce al secondo posto. Pur avendo un vantaggio cospicuo, i quattro dietro a lui hanno comunque ancora qualche chance di imporsi nell’ordine di merito.

    Bernd Wiesberger
  2. Tommy Fleetwood (Inghilterra). È tornato alla vittoria settimana scorsa nel Nedbank Golf Challenge dopo 22 mesi di astinenza, portandosi a casa un assegno di 2,5 milioni di dollari. Vincitore della R2D nel 2017, può tornare re del circuito europeo se: A) vince questa settimana e Wiesberger arriva oltre il secondo posto da solo; B) termina da solo in seconda posizione, con Wiesberger che chiude oltre il terzo posto in parità con altri due, e né Rahm né Lowry vincono il torneo; C) termina al secondo posto parimerito, con Wiesberger che chiude oltre il settimo posto in parità e né Rahm, Lowry o Fitzpatrick vincono; D) finisce in seconda posizione parimerito con altri due, con Wiesberger che scende al di sotto del 15° posto da solo e né Rahm, Lowry o Fitzpatrick vincono; E) chiude secondo con altri tre, con Wiesberger che finisce al di sotto del 42 ° posto da solo e né Rahm, Lowry o Fitzpatrick vincono.

    Tommy Fleetwood
  3. Jon Rahm (Spagna). È l’unico giocatore ad aver vinto in carriera tre Rolex Series (Irish Open 2017, DP World Tour Championship 2017, Irish Open 2019). Conquista la R2D 2019 se: A) vince il DP World Tour Championship e Wiesberger arriva al di sotto del secondo posto solitario; B) termina al secondo posto da solo, con Wiesberger che finisce peggio del quinto posto parimerito e né Fleetwood, Lowry o Fitzpatrick vincono; C) finisce in seconda posizione, con Wiesberger che chiude peggio del 21° posto solitario e né Fleetwood, Lowry o Fitzpatrick vincono.

    Jon Rahm
  4. Shane Lowry (Irlanda). Ha trionfato da padrone di casa al Royal Portrush a luglio, sollevando la Claret Jug del 148° Open Championship, primo major in carriera. A inizio anno ha conquistato il primo torneo delle Rolex Series, l’Abu Dhabi HSBC Golf Championship. Vince la R2D se: A) si impone nel DP World Tour Championship e Wiesberger finisce più in basso del secondo posto a parimerito con un altro giocatore; B) finisce secondo da solo, con Wiesberger che chiude peggio del 19° posto non a parimerito e né Fleetwood, Rahm o Fitzpatrick vincono.

    Shane Lowry
  5. Matthew Fitzpatrick (Inghilterra). È quello che ha meno possibilità di successo: ha più volte sfiorato la sua sesta vittoria sull’European Tour, accumulando ben quattro secondi posti nel 2019. Vince la R2D se: A) conquista il DP World Tour Championship e Wiesberger finisce oltre il quarto posto parimerito con un altro giocatore, e Fleetwood chiude oltre il secondo posto da solo.

    Matthew Fitzpatrick

McIlroy: obiettivo Top 5 + extra bonus

Saranno i primi cinque della classifica finale a spartirsi, al netto del montepremi del DP World Tour Championship, un extra bonus di 5 milioni di dollari, motivo per cui anche chi si trova alla vigilia alle loro spalle farà di tutto per conquistare l’ultimo titolo in palio, in primis Rory McIlroy, attualmente sesto con 2.763,5 punti, vincitore già due volte del torneo conclusivo della stagione continentale (2012 e 2015) e della Race to Dubai in tre occasioni (2012, 2014 e 2015).

L’ultimo ad imporsi il nostro Francesco Molinari, a chiusura di un’annata, il 2018, che è entrata di diritto nella storia del golf italiano grazie agli straordinari successi del numero uno azzurro, giunto sino al 5° posto del World Ranking.

Rory McIlroy

Montgomerie il più vincente di sempre

Dal 1971, anno da cui viene tenuta traccia dell’Ordine di Merito del circuito continentale, il giocatore che vanta più successi in questa speciale classifica è Colin Montgomerie, vincitore di ben sette titoli consecutivi dal 1993 al 1999 e di un ottavo nel 2005. Dietro a lui il grande e compianto Severiano Ballesteros (6 vittorie: 1976, 1977, 1978, 1986, 1988 e 1991), seguito dall’inglese Peter Oosterhuis con 4 (1971, 1972, 1973 e 1974).

Colin Montgomerie

Chicco a caccia dell’acuto finale

Francesco Molinari torna in campo a Dubai con l’obiettivo di chiudere in bellezza una stagione non certo all’altezza delle sue aspettative; dopo l’eccezionale vittoria a marzo nell’Arnold Palmer Invitational, il terzo posto nel WGC Dell Technologies Match Play e un Masters giocato da assoluto protagonista ma chiuso con la delusione di un quinto posto che gli ha lasciato l’amaro in bocca, Chicco ha perso in brillantezza, raccogliendo poche ulteriori soddisfazioni nella seconda parte della stagione, lontano dagli standard d’eccellenza assoluta raggiunti nel suo 2018 d’oro.

Dubai può rappresentare per lui l’occasione di riscatto di una stagione iniziata alla grande ma poi proseguita sotto tono, un’iniezione di fiducia rigenerante per spirito e mente per affrontare al meglio un 2020 che si presenta ricchissimo di appuntamenti tra PGA, European, major, WGC, Olimpiadi e Ryder Cup.

Francesco Molinari

Gli altri azzurri a Dubai: Pavan e Migliozzi

Attuale numero 28 della Race to Dubai con 1.617,2 punti, Molinari precede in classifica di una sola posizione il secondo dei tre azzurri che vedremo impegnati al Jumeirah, Andrea Pavan (1.587,5 punti) autore di una meravigliosa annata in cui spicca la vittoria nel BMW International Open a giugno, suo secondo titolo nel principale circuito continentale dopo il Czech Masters 2018.

Il romano arriva a Dubai forte della sua migliore stagione sull’European Tour: è entrato stabilmente nei Top 100 del World Ranking (attualmente è numero 67 dopo aver ragiunto la 66esima piazza, suo miglior piazzamento assoluto) ed è a pieno titolo una delle nostre grandi certezze sul Tour.

Andrea Pavan

Il terzo moschettiere azzurro al Jumeirah sarà Guido Migliozzi (40° nella Race to Dubai): alla sua prima stagione da rookie sul maggiore circuito europeo, ha strappato applausi e macinato un gran gioco: ha disputato 27 tornei, con 17 tagli passati, 2 vittorie (Kenya Open e Belgian Knockout) e altrettanti piazzamenti nei Top Ten.

Quello del 22enne vicentino è uno dei nomi caldi insieme allo statunitense Kurt Kitayama, al francese Victor Perez e allo scozzese Robert MacIntyre, per il premio di Rookie of the Year 2019, titolo che solo un altro italiano, Matteo Manassero nel 2010, si aggiudicò nella storia del nostro golf. Molto dipenderà anche dal risultato di Dubai, dove verranno assegnati punti pesantissimi per un ulteriore e decisivo balzo in avanti nel ranking finale.

Guido Migliozzi

Lo scorso anno Danny Willett vinse il DP World Tour Championship e Francesco Molinari venne incoronato con l’Harry Vardon Trophy quale numero 1 della Race to Dubai: tramontata la possibilità di uno storico bis, resta viva la speranza di vedere uno dei nostri tre moschettieri imporsi nel torneo di Dubai, quale dolcissimo e meraviglioso finale di una stagione già d’oro per il golf italiano.