La situazione del golf femminile professionistico in Europa non è purtroppo certo rosea. La pandemia del Covid-19 sta rischiando di assestare un altro brutto colpo al Ladies European Tour (LET), che negli anni ha progressivamente perso gare e entrate degli sponsor.
Questo terribile periodo per tutto il mondo è arrivato proprio nel momento più delicato per il circuito delle proette del Vecchio Continente. Stava infatti partendo un interessante accordo con il ben più robusto Ladies Professional Golf Association Tour (LPGA) americano, che sembrava potesse ridare smalto alle gare europee.
“Credo che il LET fosse ormai sulla strada del fallimento”, ha dichiarato al Telegraph Sport qualche giorno fa Meghan MacLaren. Inglese, ventiseienne e due volte vincitrice sul LET, Meghan sembrava avere pochi dubbi. “L’unica speranza – ha dichiarato – era riposta nell’aggancio del nostro circuito a quello dell’LPGA e al lavoro che aveva iniziato con buone prospettive Mike Whan.”
Iil Covid-19 ha però letteralmente rotto le uova nel paniere a chi aveva ideato e stava gestendo il progetto di rilancio per il golf femminile europeo. Whan è il 55enne commissario generale dell’LPGA. Ottavo nella storia del circuito, lo dirige dal 2010 e ha avuto un’esperienza in TaylorMade prima di passare ad altre cariche in vari settori. Ecco alcuni passaggi dell’intervista che Whan ha rilasciato al quotidiano online britannico.
“Molti mi hanno chiesto se mi sono pentito di aver steso una mano al LET, soprattutto con un timing così sbagliato, vista la situazione mondiale. Eravamo entrati in gioco sul fronte finanziario, con prospettive interessanti, e poi ci è mancato il pavimento sotto i piedi. Ma resto comunque positivo sulla collaborazione, anche perché altrimenti il LET avrebbe chiuso. E sarebbe stato davvero un peccato.”
Quello che Whan al momento non può decidere, per far ripartire il progetto, è come si potrà evolvere il calendario delle gare 2020. Dopo aver organizzato un’importante revisione degli appuntamenti LPGA, il numero uno del circuito era comunque molto soddisfatto. Aveva salvato un cospicuo montepremi di 45 milioni di dollari, con 21 gare consecutive, salvo due soli buchi in altrettante settimane. Ripartenza a luglio e poi via senza interruzioni fino a dicembre.
Diversa musica per il LET. Otto gare sono state cancellate e altre purtroppo rischiano di fare la stessa fine. Una soluzione potrebbe essere trasferire il circuito americano in Europa in agosto. Ci sarebbe l’opportunità di organizzare due major, Evian Masters in Francia e AIG Women’s British Open al Royal Troon, intercalati dal Ladies Scottish Open. Il problema sarebbe però che, nonostante l’accordo con il LET, poche le europee ammesse di diritto a queste gare.
Guardando a ritroso, nel 2010 il circuito del Vecchio Continente aveva potuto contare su 26 tornei, 17 dei quali in Europa, scesi rispettivamente a 20 e otto lo scorso anno. Whan e il suo team erano riusciti a invertire la tendenza deleteria della perdita di gare, mettendone insieme 24 per il 2020. 15 quelle programmate in Europa, per un montepremi complessivo di quasi 17 milioni euro. Senz’altro non male come prima stagione di recupero.
“Lo abbiamo ritenuto un notevole successo – dice ancora Mike Whan – soprattutto per essere riusciti nel nostro obiettivo in un tempo davvero breve. E l’immagine del LET ne avrebbe tratto un notevole impulso. Certo è deprimente vedere andare in fumo tanto lavoro, ma quello che abbiamo costruito non verrà distrutto dal Covid-19. State certi che non lo scriverete sulla mia lapide!”