Vincere un Anello negli Stati Uniti significa aver fatto parte della squadra professionistica più forte in qualsiasi sport. Nello sci il re e la regina vengono premiati con la Coppa di Cristallo. Esistono oggetti che vanno oltre la loro funzione diventando il simbolo di una disciplina sportiva.
La Giacca Verde
Probabilmente la Giacca Verde che viene fatta indossare al vincitore del Masters la domenica pomeriggio al termine della gara, più di ogni altra rappresenta la coronazione del Sogno nel mondo del golf. Vuol dire aver vinto il torneo più ambito, al meno a detta degli americani.
Da anni si dibatte infatti se sia più prestigioso l’Open Championship o il Masters. Uno è il più antico e si gioca nel Paese che ha dato i natali al golf, l’altro non ha mai cambiato sede e data (a parte in casi eccezionali) diventando un’icona di questo sport.
Simbolo della vittoria (o dell’appartenenza all’Augusta National Golf Club), la Giacca Verde, proprio come la corona per i principi nelle favole, trasforma i giocatori in re.
Comparve per la prima volta tra i soci nel 1937, a quattro anni dalla nascita del club, quale segno di appartenenza al circolo. Poi, dal 1949, viene assegnata anche ai vincitori del Masters. Ma perché questo tornei dello Slam si è elevato al di sopra degli altri major? Sicuramente l’attesa di veder scendere in campo i migliori, dopo un inverno di pausa, ha contribuito nel creare audience. Ma non è tutto.
Verde come esclusività
Esclusività è la chiave di volta: la parola che maggiormente identifica il Masters di Augusta e ha contribuito a renderlo iconico. Si gioca in un campo privato e, il torneo stesso, è su inviti. Avete capito bene. Mr. Tiger Woods riceve ogni anno una lettera cartacea via posta a casa che certifica la sua partecipazione. Un golfista può giocare sul percorso di Augusta solamente su invito di un socio e anche il numero dei professionisti ammessi al torneo è limitato, si tratta infatti del major con meno partecipanti.
Le regole all’interno dei cancelli del circolo sono strettissime. Non sono ammessi telefoni cellulari, non si può correre, urlare o sdraiarsi, pena la messa al bando dal club. Sebbene il circolo sia “off limits” il percorso è probabilmente il più conosciuto al mondo.
Nato dalla matita di Bobby Jones e Alister MacKenzie, si sviluppa all’interno di un vecchio frutteto trasformato in un’oasi. Sono stati messe a dimora le essenze non autoctone, come i pini, i cornioli e le azalee, fiore simbolo del circolo. Sino a qualche anno fa l’acqua degli stagni veniva tinta di blu e il canto degli uccelli garantito da minuscoli altoparlanti. Insomma, un tipico prodotto dell’industria americana dove però qualunque golfista al mondo vorrebbe giocare.
Scontro tra titani
Lo faranno i professionisti più forti dal 6 al 9 aprile per la 87ma edizione del Masters. Lo scorso anno vinse Scottie Scheffler, che coronò un inizio stagione record con ben quattro vittorie su sei apparizioni in 57 giorni, primato ad oggi ineguagliato. Il classe 96 del New Jersey s’impose da numero uno al mondo lasciando a tre colpi Rory McIlroy che dovette rimandare l’appuntamento con l’unico torneo che gli manca tra quelli dello Slam. Sicuramente i due sono tra i favoriti anche dell’edizione 2023 anche se il dominio al The Players pone l’americano un passo avanti rispetto al nord irlandese. Da mesi i due e Jon Rahm si contendono la leadership del World Ranking con prestazioni super.
La sensazione è che abbiano pianificato la preparazione per arrivare nella massima forma ad Augusta. I risultati nell’avvicinamento all’appuntamento della prima settimana di aprile lo confermano, anche se Rory è inciampato clamorosamente a Sawgrass. Scottie ha già vinto due volte in stagione mentre Rory una a gennaio. All’Arnold Palmer Invitational, andato in scena un mese esatto prima del Masters, entrambi avrebbero potuto vincere concludendo secondo (McIlroy) e quarto (Scheffler) alle spalle di Kurt Kitayama. A Sawgrass invece non c’è stata storia: Scottie ha dominato, rendendo uno dei tornei più avvincenti della stagione quasi noioso.
Ovviamente non si può parlare di favoriti senza parlare di Rahm. Lo spagnolo ha avuto un inizio di stagione pazzesco. Quando ha chiuso il Palmer al 39° posto gli hanno detto: “Ehi Jon, hai mancato una Top Ten!”. Nelle prime sette apparizioni in stagione ha totalizzato tre vittorie, un terzo, un quarto, un settimo e un ottavo posto. Al Players si è ritirato per una forma influenzale dopo il primo giro da protagonista. Sicuramente parte alla pari con Scottie e Rory avendo dalla sua un feeling con il percorso di Augusta molto buono.
Un altro pretendente al titolo potrebbe essere Patrick Cantlay, che sta trovando continuità di gioco e risultati ma deve ancora dimostrare di poter essere un major winner. Se lo meriterebbe ampiamente ma pensare alla Giacca Verde quando domenica si arriva all’Amen Corner può far tremare i polsi e giocare brutti scherzi.
A questo punto come non puntare la lente sul giocatore più tifato al mondo? Tiger Woods il miracolo lo ha fatto nel 2019, indossando nuovamente la Giacca Verde dopo 14 anni dall’ultima volta e 22 dalla prima. Purtroppo però da allora c’è stato di mezzo un incidente in cui ha rischiato la vita. Lo scorso anno il Fenomeno ci aveva fatto sognare partendo bene, 71 il primo giro, ma perdendosi con il passare delle buche per un evidente calo fisico. I major seguenti erano andati peggio con un ritiro e un taglio mancato. Questo fatto, il vederlo al via, ci può sicuramente far ben sperare perché Tiger se scende in campo lo fa sempre per vincere. Inutile spendere parole su tecnica, mentalità, conoscenza del campo e gestione dell’emotività. La domanda che tutti si fanno da tanti mesi è solo una: come sta Tiger? Se fisicamente sta bene allora potrebbe essere tra i protagonisti e tutto il mondo del golf lo spera.
E con il LIV?
Quello che invece il mondo, almeno quello a Stelle e Strisce, non si augura, è una vittoria di un giocatore del LIV. Sono in molti i vincitori di major che ora giocano nella superlaga saudita. Alcuni di loro possono ambire al titolo, per altri si tratterà probabilmente di un’apparizione anche se il riuscire a vincere dando uno smacco al loro ex circuito sarà uno stimolo ulteriore.
Cameron Smith ha vinto The Open nel 2022, Phil Mickelson il PGA Championship nel 2021 ma ha nel proprio armadietto già tre Giacche Verdi. Ne ha una anche Dustin Johnson, vincitore nel 2020, che seppure non in grande forma può sempre imbroccare la settimana giusta.
Saranno della partita anche Bryson DeChambeau, Brooks Koepka, Patrick Reed, Sergio Garcia, Henrik Stenson, Bubba Watson, Martin Kaymer, Charl Schwartzel e Louis Oosthuizen. Insomma uno squadrone quello che rappresenterà il LIV, consapevole dell’importanza dei major per accumulare punti validi per il World Ranking.
Forza Chicco
Questa sfida nella sfida ci interessa poco. Il nostro tifo è tutto per Francesco Molinari, unico rappresentante nostrano. I tornei in Florida hanno lasciato buone sensazioni e da outsider può sicuramente dire la sua. Nel 2019 giocò ben 49 buche consecutive senza bogey e vide sfumare la vittoria nel finale con due doppi bogey. Chissà che la sorte non gli renda quanto gli ha tolto. Lo vedremo insieme a oltre 10 milioni di telespettatori, per scoprire chi indosserà la Giacca Verde aggiungendo un nuovo capitolo alla Favola del Masters.