Niente battaglia finale a Dubai: a Paul Casey è bastato semplicemente controllare i suoi avversari perdersi uno a uno con il passare delle buche per chiudere i giochi praticamente già molto prima del termine e portarsi a casa meritatamente il 15esimo titolo in carriera sull’European Tour.
Il suo birdie alla 11 e il putt della 15 per il bogey i momenti chiave secondo il 43 enne inglese che conquista il trofeo alla sua ottava partecipazione. “Mi sento quasi di rivivere una seconda giovinezza – ha detto molto emozionato sul green della 18 subito dopo aver imbucato il putt per il birdie finale -. Devo tanto del mio successo anche a Johnny (John McLaren, il suo caddie), il nostro è molto più che un semplice rapporto di lavoro, siamo grandi amici e la sua presenza mi ha aiutato moltissimo a ritrovare la parte più bella e vincente del mio gioco”.
Casey torna a vincere a distanza di due anni: nel 2019 fu per lui una stagione d’oro contraddistinta dai successi sia sul PGA Tour a marzo (Valspar Championship) sia sull’European Tour a settembre (Porsche European Open).
Alle spalle di Casey, a 4 colpi (-13), un deludente Brandon Stone (72), e stessa fine per Robert MacIntyre (-12), il cui fuoco delle prime tre giornate si è spento presto nelle 18 buche decisive chiuse con un pesante 74 e tanti errori.
Poco brillanti come già accaduto purtroppo sabato i quattro azzurri ancora impegnati: solo Nino Bertasio ha oggi girato sotto par (71) e con un totale di -2 ha chiuso al 41° posto guadagnando otto posizioni rispetto a sabato, il migliore dei nostri. Guido Migliozzi (76) ha terminato 44° con -1, Edoardo Molinari (75) 66° con +4, Renato Paratore (77) 67° con +6.
Questa la classifica finale del Omega Dubai Desert Classic