È il Golf del Ducato di Sala Baganza a fare gli onori di casa per l’edizione numero 44 del PGAI Championship, il titolo più prestigioso dell’Associazione Italiana dei Professionisti di Golf, che scendono in campo dal 20 al 23 ottobre per tre giorni e 54 buche, con l’ultimo round riservato ai migliori 50 in classifica. In palio un montepremi di 30 mila euro.
Cancellato nel 2020 per l’emergenza sanitaria, il PGAI Championship raccoglie per la prima volta la sfida di Parma e del Ducato, con le sue buche disegnate tra le colline ai margini dei Boschi di Carrega; a dettare la strategia sono querce, acacie e salici piangenti, che entrano in gioco così come l’acqua di alcuni laghi.
Difende il titolo Jacopo Vecchi Fossa. Il ventiseienne di Reggio Emilia aveva vinto ad Antognolla nel 2019 tenendo la testa dall’inizio alla fine. A Parma arriva con un gioco più maturo dopo tante gare tra Challenge e Alps Tour e, soprattutto, da numero uno di quest’ultimo circuito appena concluso con in vetta proprio il suo nome.
Decisiva per questo traguardo la vittoria nel Golf Nazionale Open solo due settimane fa a Sutri. Intanto la Pro-Am di apertura, giocata martedì 19 ottobre, ha visto il successo pari merito di Andrea Maestroni e Alessandro Tadini con 66.
Parma Golf Experience
Una felice combinazione. Un circolo tradizionale con 18 buche, il Golf Club La Rocca di Sala Baganza nato nel 1985, e un piccolo impianto di Pitch & Putt alle porte della città, il Parma Golf & Country Club, votato alla promozione.
Nel 2014 strade apparentemente diverse si sono incrociate dando vita al Golf del Ducato e a un sistema vincente. Con la regia di Alessandro Carrara, professionista di PGA Italiana, la promozione verso un pubblico nuovo (circa 180 gli iscritti ai corsi per principianti ogni anno) ha portato in sei stagioni al raddoppio del numero dei giocatori, oggi 660, che percorrono un cammino completo nell’ambito dello stesso circolo.
Salso Golf, con le sue 18 buche a Salsomaggiore Terme, si è poi unito al gruppo in un unico brand, quello di Parma Golf Experience, che si apre anche ad attività di scoperta del territorio.
PGAI Championship, dal 1977
Doveva essere una Pro-Am, si trasformò nel primo Campionato Italiano Professionisti. Era il 1977, il circolo quello torinese de Le Fronde. Roberto Bernardini, giocatore senza rivali in quel periodo, fu il primo a scrivere il proprio nome nell’Albo d’Oro del torneo.
Che da allora ha toccato molti circoli della Penisola, con Albarella (Ro) come sede quasi esclusiva negli anni ’80 e ’90; con Is Molas (Ca) protagonista fino al 2005, poi Sanremo (Im) e Margara (Al), un triennio per ciascuno.
Due volte a La Montecchia (Pd) e a Castelgandolfo (Rm), ma si è giocato anche al San Domenico (Br), a Bergamo, al Molinetto (Mi), a Villa Carolina, ad Antognolla (Pg).
Un titolo ambito, vinto da giocatori capaci di lasciare un segno anche a livello internazionale: Baldovino Dassù, Massimo Mannelli, Giuseppe Calì, Costantino Rocca; poi Massimo Florioli, Michele Reale, Silvio Grappasonni e, in tempi più recenti, Andrea Maestroni, Andrea Perrino, Alessandro Tadini, Marco Crespi, Lorenzo Gagli e Francesco Molinari.