Al Workday Charity Open, prima delle due gare previste a Muirfield, in Ohio, dal nuovo calendario 2020 del PGA Tour, Bryson DeChambeau ha deciso di non giocare ma la sua presenza, in campo e fuori, è più viva che mai.
Il 26enne californiano sta polverizzando ogni record del PGA Tour in termini di lunghezza e potenza ma non solo, è il giocatore più in forma in assoluto del circuito americano con ben sette top 10 consecutivi, inclusa la vittoria domenica scorsa al Rocket Mortgage Classic.
Se molti colleghi del Tour hanno commentato la trasformazione di Bryson in termini entusiasti, altri (e non pochi) sono stati piuttosto diffidenti sul metodo DeChambeau, tra questi Justin Thomas, uno dei grandi favoriti del Workday Charity Open.
“È indubbio che quello che Bryson sta facendo funziona alla grande – ha detto il numero 5 del World Ranking -, nulla da dire. Ammetto di essere stato piuttosto scettico ma poi, vedendo come schiaccia la palla e quale differenza c’è oggi tra il suo e il mio gioco, forse mi conviene stare zitto e iniziare a giocare meglio se voglio avere ancora delle chance di batterlo”.
DeChambeau a Detroit è risultato primo nelle statistiche dei colpi guadagnati fuori dal tee e ha stabilito il nuovo record di media con il driver per un vincitore del PGA Tour, 350.6 yard.
Thomas ha avuto la possibilità di vedere per la prima volta DeChambeau in campo pratica al Travelers Championship di due settimane fa, quando si è trovato a praticare al suo fianco.
“Sarò onesto, è stato davvero frustrante vedere un collega capace di far volare la palla in aria per 350 yard e tu sei lontano anni luce da quel risultato. Osservarlo dal vivo è davvero impressionante. Forse non tutti si rendono conto della cosa più difficile: un conto è tirare la palla forte, davvero forte e lunga, un altro è riuscire a tenerla dritta, e lui lo fa la maggior parte delle volte con una apparente semplicità che lascia a bocca aperta. Stiamo parlando di uno swing che passa a 110 miglia all’ora e una palla che esce dalla faccia del bastone addirittura a 196 miglia all’ora, una cifra spaventosa. Senza parlare del fatto che questi numeri riesce a generarli con continuità, non ogni tanto. Non posso che dire che quello che sta facendo è davvero stupefacente”.
La domanda d’obbligo ora è questa: cosa accadrà nei tre major di quest’anno, ad Harding Park, il campo californiano che per la prima volta ospiterà un major, il PGA Championship, i primi di agosto, o a Winged Foot, sede dello U.S. Open a settembre oppure nel Masters, in programma a novembre all’Augusta National?
“Il mio obiettivo? Arrivare a tirare il drive a 400 yard con regolarità” – ha detto DeChambeau in relazione al suo programma di allenamenti. Provate allora a pensare ad alcuni degli ostacoli proprio dell’Augusta National e a come, con tali distanze in sacca, questi diverranno ridicoli per il nuovo Bryson.
Il rischio che la stagione 2020 diventi quella della sua definitiva consacrazione anche nei major è quindi altissimo. DeChambeau infatti, oltre a impressionare nel gioco lungo, ha fatto vedere un gioco corto praticamente impeccabile. E non dimentichiamoci che da amateur, proprio ad Augusta nel 2016, salì agli onori delle cronache per la prima volta giocando un grande Masters i primi giri e chiudendo al termine 21°.
Il primo ostacolo sulla strada si chiama Brooks Koepka, che ad Harding Park difenderà con i denti quel PGA Championship che lo scorso anno a Bethpage Black ha dominato per tre giri e mezzo.
Mr. Drive contro Mr. Major, la sfida è già iniziata.