Nell’ultimo mese ho giocato mantenendo la stessa lunghezza d’onda delle prime gare con tre tagli di fila passati e due Top 20. Sto giocando bene da tee a green e vedo che anche con il putter i miglioramenti stanno arrivando, piccoli ma costanti.
Continuo a fare le stesse cose portando avanti il percorso intrapreso. Normalmente a inizio stagione, non so se per me o per le caratteristiche dei campi che mi si addicono poco perché più da bombardieri, non raccolgo grandi risultati. L’avvio quest’anno è stato positivo e mi trovo abbastanza avanti nel Race to Dubai e questo mi fa ben sperare. Gli obiettivi della stagione comunque non mutano, anche perché non è che cambiandoli si gioca meglio o peggio. Sono convinto del lavoro che sto facendo sia sul gioco lungo che sul putt e noto che le varie parti del gioco migliorano continuamente, quindi continuo il cammino.
In questo momento mi sono fermato per quanto riguarda gli aspetti tecnici e mi sto dedicando alla parte fisico atletica. Non mi piace fermarmi tanto in inverno, quando i più prendono una pausa per dedicarsi alla parte atletica, e così lo stop lo faccio adesso, per quattro settimane.
È un’abitudine che ho da qualche anno e mi sono reso conto che così riesco ad arrivare fresco e preparato alle gare in Europa. Inoltre, ho una buona inerzia per arrivare meglio a fine stagione. Ad aprile giocherò negli Stati Uniti il Zurich Classic of New Orleans con Luke Donald, sarà un bel ritorno sul PGA Tour peraltro con il capitano di Ryder.
I campi del Vecchio Continente
So che con Chicco avete parlato della differenza tra i campi delle due coste statunitensi. Anche sul DP World Tour le differenze sono notevoli. I campi degli Emirati si addicono a gente che tira forte dal tee e che putta bene perché hanno green veloci e regolari.
Nel Vecchio Continente i green sono un po’ più “brutti” e così anche chi è meno forte con il putt maschera il difetto. I percorsi europei si addicono a coloro che giocano con buona precisione da tee a green. Non vedo l’ora d’iniziare a giocare sui campi più tecnici e con un po’ di vento, dove bisogna lottare per portare in club house un giro sotto il par.
Ma siamo alle porte del Masters. Augusta è un campo particolare, unico nel suo genere. Non c’è rough ma non deve essere sottovalutato dal tee. Se si gioca bene il drive, e intendo molto lungo o molto dritto, si ha un vantaggio enorme. Se invece si inizia a essere corti o storti diventa complicato perché si hanno in mano ferri lunghi o da giocare sugli aghi dei pini.
Il vantaggio di un tee shot ben giocato viene finalizzato nei colpi al green. Se si gioca bene al green, prendendoli 14/16 e sbagliando dalla parte giusta lasciandosi approcci facili, si hanno dei vantaggi. I green sono sicuramente insidiosi però con un buon colpo ci si lascia un putt in salita o senza troppa pendenza avendone vantaggio. Non mi credete? Se prendete il miglior puttatore al mondo e lo fate giocare da sei/sette metri in costa avrà minori risultati di un medio puttatore da tre metri in salita.
Pronostici: Scheffler da battere
Chi vincerà? Fare un pronostico è difficile. Scheffler è il più accreditato per la vittoria perché sta giocando benissimo dal tee al green. Il campo gli piace, ha già vinto e resta l’uomo da battere, anche perché in fiducia. Forse un altro potrebbe essere Cantlay che prima o poi avrà una settimana buona, cosa che ancora non gli è successa quest’anno.
Tra gli europei punterei su Hovland, che sta giocando bene come lo scorso anno senza puttare ai suoi livelli, quindi, ingranando sui green può essere pericoloso.
McIlroy ha chiuso e iniziato bene l’anno 2022, Rahm ha avuto una partenza di 2023 pazzesca. Entrambi ora hanno avuto un leggero calo perché anche i più forti non possono fare 12 mesi sempre al top. A qualsiasi livello si hanno mini cicli e ora li vedo in fase calante. Certo, un calante “relativo”, ma meglio se arrivano al top a settembre.
Francesco potrebbe fare un buon piazzamento. Vedo difficile la vittoria però a sprazzi si è visto il miglior Chicco e si può sperare in un buon inizio di Masters così da prendere fiducia. Quando gioca bene mio fratello non ha paura di niente e di nessuno e può essere protagonista.