La settimana del Masters è il momento più atteso della stagione, ma per riuscire a domare il terribile percorso di Augusta occorrono preparazione tecnica, un’attenta strategia e tanta forza mentale.
Il Masters è senza dubbio uno dei major più affascinanti del mondo.
Il fascino di Augusta
Innanzitutto, è il primo dell’anno, e se viene considerato che l’ultimo della stagione precedente, l’Open Championship, viene giocato a luglio, si capisce quanta voglia di grande golf ci sia da parte del pubblico.
L’attesa di scendere in campo in un torneo di così alto livello e dopo così tanto tempo è chiaramente presente anche in tutti i giocatori che vi prendono parte.
L’atmosfera di Augusta inizia a farsi sentire già dal primo mese dell’anno, quando a gennaio viene consegnata la fatidica busta chiusa in ceralacca con l’invito ufficiale.
Da quel momento in poi, inizia la preparazione tecnica.
L’obiettivo è quello di mettere a punto le caratteristiche di gioco fondamentali per affrontare il percorso dell’Augusta National, nel tentativo di superare tutti i giocatori e conquistare la Giacca Verde.
Stando a quanto detto e a sentire diversi campioni che hanno vinto questo torneo più volte, è molto importante allenare la potenza dal tee di partenza, aspetto fondamentale per cercare di crearsi una condizione ideale nei secondi colpi.
Di fatto, i green micidiali duri e veloci vengono meglio gestiti se attaccati con dei bastoni comodi come un ferro 9 o un pitching wedge.
Messa a punto la tecnica per affrontare il percorso, occorre ora fare i conti con la storia, il fascino e la pressione che probabilmente solo il Masters riesce tutt’oggi a far pesare anche a veterani del calibro di Rory McIlroy.
Sì, perché quando varchi i cancelli di Magnolia Lane si respira un’aria surreale.
La mia prima volta ad Augusta
Ricordo come se fosse ieri le sensazioni che ho vissuto nel seguire e allenare le dilettanti italiane che presero parte alla prima edizione dell’Augusta National Women’s Amateur nel 2019.
Una volta uscito dal campo pratica mi sono trovato in un contesto difficile da descrivere con la club house, il tee della 1 e il green della 18, tutto raccolto in pochissimo spazio e curato alla perfezione.
Quest’anno, a difendere i colori azzurri e ad aver fatto il suo debutto in questa edizione del Masters in rosa, era presente Francesca Fiorellini, romana numero 30 del mondo, già vincitrice di numerosi titoli a livello internazionale.
In passato sono state numerose le ragazze qualificate per questo evento e su tutte il miglior risultato è stato quello di Benedetta Moresco, che ha concluso al quarto posto nel 2022.
La strategia è un fattore chiave
Ma torniamo al torneo maschile e ad un altro aspetto che può fare la differenza in termini di risultato finale: la strategia di gioco.
Quando si sale sul primo tee ci si trova sin da subito ad affrontare un colpo di estrema difficoltà.
Bunker a destra, bosco a sinistra e green difficile da attaccare con il secondo colpo.
Quindi, che fare? Meglio partire con legno 3 o un driver? Da quel momento in poi ha inizio una battaglia infinita fino all’ultimo putt.
Anche le buche che sulla carta possono sembrare più semplici, come ad esempio il par 5 della 15, possono in determinati momenti del torneo mettere in seria difficoltà questi grandi campioni.
Augusta è un campo disegnato in modo tale che tutti i colpi debbano essere pensati, ragionati e visualizzati con grande attenzione.
Questo aspetto ci aiuta a comprendere quanto sia stressante gestire un percorso simile.
Se a questo si aggiungono il contesto e il valore del torneo, si può capire quanto elevato sia lo stato d’ansia dei giocatori.
Arriva infine la domenica pomeriggio, quando il campione che riesce a mettere a segno il colpo vincente si immerge in uno scenario inimmaginabile.
Gli viene fatta indossare la prestigiosa Giacca Verde e diventa così socio onorario di uno dei circoli più esclusivi al mondo.
Da quel giorno potrà decidere quando e con chi giocare il percorso georgiano.
Potrà inoltre avere accesso alla storica club house e, alla fine, quello che più conta avrà inciso il proprio nome sul trofeo di quello che tutt’oggi rimane il major più affascinante della stagione.