Al Masters la strategia, ma soprattutto la precisione (i centimetri) in ogni singola buca e colpo, fanno ancora di più la differenza tra vittoria e sconfitta. Andiamo alla scoperta dei giocatori che possono ambire alla Giacca Verde in questa 87esima edizione.
Finalmente è tempo di Masters. I contendenti iniziano a scaldarsi, a svelare le proprie carte e il proprio stato di forma. Quali caratteristiche servono per poter ambire a indossare la prestigiosa Giacca Verde al tramonto del sole domenica 9 aprile?
Distanza e centimetri
Una delle chiavi del meraviglioso percorso che lo ospita dal 1934, l’Augusta National, è senza dubbio il controllo della distanza sui colpi al green.
Nella maggior parte dei campi del Tour il raggio di errore può allargarsi spesso fino a 8 metri, senza alcuna pericolosa conseguenza. Augusta, invece, ti richiede tanta strategia e tanta precisione in più in ogni singola buca. Il più delle volte un paio di metri possono fare la differenza tra sconfitta e vittoria.
Si è molto discusso sul fatto che il disegno del campo avvantaggi i giocatori che lavorano la palla da destra a sinistra, in quanto vi sono parecchi tee shot nei quali il draw ti accorcia decisamente la buca.
In effetti vi sono buche nelle quali se vuoi attaccare puoi farlo solo con il draw.
In particolare, la 2, 7, 9, 10, 13 e 17, a causa degli alti alberi che circondano i fairway e del disegno della buca, ti viene richiesto di sapere fare girare la palla da destra a sinistra, per sfruttare al meglio la forma del tracciato.
I green sono velocissimi e molto ondulati e bisogna quindi saper leggere bene l’intensità delle pendenze. Dobbiamo però sottolineare che, mentre molti anni fa i green di Augusta erano decisamente fuori dalla media e mettevano quindi in seria difficoltà la maggior parte dei giocatori. Ora si gioca praticamente ogni settimana su green molto simili e i giocatori sono quindi ormai abituati a stimpmeter superiori ai 13 piedi, ovvero intorno ai 4 metri.
I contendenti
Detto questo, andiamo a vedere quali sono i reali contendenti di questo Masters numero 87. Scottie Scheffler, campione uscente, Rory Mcilroy, Jon Rahm e Max Homa sono sicuramente i giocatori più in forma e accreditati per il successo finale ad Augusta.
Ma non dimentichiamoci di Cameron Smith: da quando è andato a giocare sul LIV non ne abbiamo più sentito parlare ma abbiamo visto a St Andrews lo scorso luglio all’Open Championship cosa sia in grado di fare nei major.
Come outsider metterei invece in prima fila Patrick Cantlay e Tony Finau tra gli americani e Shane Lowry, Tyrrell Hatton e Viktor Hovland tra gli europei. Ultima citazione: i grandi amici Jordan Spieth e Justin Thomas, due ragazzi indomabili e soprattutto imprevedibili che hanno in sacca i colpi per poter fare il grande colpo ad Augusta.
Proviamo ora a dare una motivazione tecnica a queste mie scelte.
Partiamo ovviamente dal numero 1 del mondo e campione in carica, Scottie Scheffler: semplicemente perché sa vincere. Ha letteralmente stracciato tutti nel The Players Championship al TPC di Sawgrass il mese scorso e ha già rotto il ghiaccio ad Augusta vincendo lo scorso anno la sua prima Giacca Verde. E, non ultimo, è capace di tirare la palla con entrambi gli effetti ed è abilissimo sui green.
Rory Mcilroy: perché è Rory, ovvero il miglior giocatore al mondo in termini di talento, facilità e aggressività di gioco. Tutto dipenderà dal non sentire troppo la responsabilità di dover vincere (il Masters è l’unico major che gli manca per fare il Grande Slam alla carriera) e dal rendimento del putt, troppo spesso non all’altezza del suo gioco.
Jon Rahm: inizio d’anno travolgente per il campione spagnolo, gioco consistente, putt sempre caldissimo e, non ultimo, dal punto di vista mentale è decisamente il più forte di tutti.
Max Homa: è un giocatore paziente che sa aspettare il momento giusto per attaccare, sbaglia pochissimo e ha un ottimo controllo della distanza con i ferri.
Patrick Cantlay: non ha mai vinto un major sino ad ora ma ci ha offerto tante prestazioni di altissimo livello, andando a sollevare parecchi trofei importanti grazie a giri finali da vero campione. Un giocatore che quando intravede la possibilità di vincere non molla certo l’osso.
Tony Finau: ha vinto sino ad ora poco nonostante sia uno dei giocatori più potenti del circuito e dotato di ottime mani. Nel Masters del 2018 terminò nei Top 10 giocando con una sola gamba in seguito a una brutta distorsione accusata il mercoledì pomeriggio nel Par 3 Contest. Sono sicuro che con due gambe abbia una concreta possibilità di provare a indossare la mitica Giacca Verde.
Tyrrell Hatton: ottimo giocatore di ferri, carattere esuberante ma in grado di esaltarsi e dare il meglio di sé quando è in contention per il successo. Nei testa a testa raramente concede qualcosa agli avversari.
Shane Lowry: mani di fata e atteggiamento scanzonato, quando l’irlandese azzecca la settimana buona sui green è un avversario duro da battere per chiunque.
Viktor Hovland: non ha grande facilità nel tirare la palla con il draw dal tee ma ha la giusta mentalità per reggere la tensione del Masters e mettersi nelle posizioni che contano la domenica pomeriggio.
Max Homa: è un giocatore paziente che sa aspettare il momento giusto per attaccare, sbaglia pochissimo e ha un ottimo controllo della distanza con i ferri.
Jordan Spieth & Justin Thomas: i due eterni ragazzini americani hanno voglia di vincere in qualsiasi cosa facciano nella vita. Sono entrambi due straordinari competitor dotati di un gioco corto fuori dal comune. Sarebbe davvero divertente poter assistere a un testa a testa fra loro due domenica pomeriggio.
Per concludere
Quando si parla di Masters non si può non parlare di Tiger Woods. Purtroppo, il campo di Augusta è davvero troppo faticoso da camminare per poter pensare che il Fenomeno americano possa reggere quattro giri ad alto livello come una volta. Sono convinto che se si giocasse in cart Tiger avrebbe ancora ottime possibilità di vincere.
Nessuno come lui conosce ogni singolo angolo e ogni singola insidia di questo straordinario tracciato e, nonostante l’età e gli innumerevoli successi ottenuti, Tiger ha ancora una grandissima voglia di vincere e di non cedere il centro del palcoscenico.