Un’altra stagione dell’European Tour si è da poco conclusa, un anno sicuramente povero di vittorie per i nostri italiani ma ricco di soddisfazioni e grandi sorprese. Premetto che a scuola non sono mai stato un fuoriclasse, a stento rasentavo la sufficienza ma, nonostante questo preambolo, proviamo a dare i voti ai nostri azzurri, protagonisti nei diversi circuiti internazionali.
I promossi del 2021
Non possiamo non partire da Guido Migliozzi, il miglior italiano dell’ordine di merito mondiale, che ha iniziato il 2021 a marcia ingranata conquistando un quarto posto allo U.S. Open.
Guido potrebbe diventare negli anni futuri un bel personaggio del panorama golfistico, andrà perciò gestito e seguito con attenzione e non dimentichiamoci che è già stato notato dalle alte sfere del PGA Tour, ricevendo l’invito a giocare alcuni tornei in America.
Al vicentino diamo un bell’otto e mezzo, nonostante un finale di stagione calante rispetto a quello al quale ci aveva abituati.
Storia invece opposta per Francesco Laporta che, partito in sordina, ha avuto un crescendo incredibile andando per ben tre volte vicinissimo alla vittoria in tre eventi di gran peso dell’European Tour. Stesso voto anche per Lapo quindi, che non solo ha avuto un netto miglioramento tecnico ma ha dimostrato carattere e un forte temperamento. Questo grande traguardo è merito anche del suo ottimo staff, dal team tecnico con Massimo Scarpa e Pietro Cosenza, al preparatore atletico, Luigi Angelini.
Non posso poi che tessere le lodi di Edoardo Molinari, un giocatore che si è sempre rimboccato le maniche lavorando duramente e mettendo professionalità e passione in tutto ciò che fa. A Dodo diamo un bel sette pieno. Quest’anno non è riuscito a entrare di pochissimo nei primi 50 della Race to Dubai a causa di un gioco incompleto. Ha puttato male e questo gli ha precluso almeno due vittorie. Ma se sul green ha faticato, nel gioco lungo è stato praticamente impeccabile. Lui stesso ha dichiarato che era dal 2010 che non tirava la palla così bene.
A Nino Bertasio va invece un sei e mezzo perché da lui ci si aspetta di più. È un giocatore che deve stare a ridosso dei primi 35 dell’ordine di merito europeo, è forte e completo.
I rimandati
Arriviamo ora alle note dolenti e alle insufficienze. In primis Lorenzo Gagli, che quest’anno non è mai riuscito a performare perdendo la fiducia nel suo gioco e nelle sue capacità. L’anno prossimo avrà poche occasioni per giocare sull’European Tour e dovrà rimettersi in gioco sul Challenge. Male anche Renato Paratore. Per lui troppi alti e bassi, troppi errori pesanti durante ogni singolo giro. Su Renato però sono fiducioso perché è un vincente e un competitivo e sono sicuro che il 2022 sarà l’anno del riscatto. Voto basso anche per Andrea Pavan che sta vivendo un momento davvero difficile. Il problema enorme per il romano è dal tee di partenza, la pallina non decolla, qualsiasi bastone lui utilizzi. C’è chi ha il classico “tic” sul green, lui ce l’ha dal battitore. Quello di Andrea è sicuro una questione di testa, più che tecnica. Credo che avrebbe dovuto fermarsi, prendersi una pausa dal Tour per evitare che questo problema diventasse cronico. Da giocatore capisco che un atleta voglia sempre provarci e non imporsi un periodo di stop ma a volte è meglio rallentare, prendersi del tempo e farsi aiutare.
Dall’Europa passiamo ora all’America con Francesco Molinari. Ovviamente anche a Chicco dobbiamo dare un’insufficienza, i risultati deludenti sono sotto gli occhi di tutti. Speriamo solo sia finito questo periodo di assestamento. Un campione del suo calibro non dimentica certo come si gioca, quindi tornerà, bisogna solo aspettarlo.
Voglio sprecare due parole anche per Matteo Manassero al quale va un sette e mezzo. Matteo ha fatto un bel finale di stagione, peccato che non sia riuscito a rientrare sul massimo circuito europeo ma il gioco c’è e la testa anche. Credetemi, non è facile tornare a far parlare di sé dopo aver giocato ai suoi livelli; questo è segno di un gran carattere e spirito di sacrificio. Un altro bel nome è Jacopo Vecchi Fossa che quest’anno passa dall’Alps al Challenge. Jacopo è molto serio, lavora bene sia in quantità che in qualità. Per lui sul registro un voto dal sette all’otto.
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