Questo Masters, orfano di Tiger e dopo due giri anche del defending champion Dustin Johnson, di McIlroy, Day e Koepka, insieme ai past champion Garcia e Willett, ha forse regalato al mondo intero la più bella immagine che uno sport potesse chiedere.
La scena in cui il caddie di Matsuyama, Shota Hayafuji, dopo aver sfilato la famosa “flag” riponeva l’asta alla 18, inchinandosi per ringraziare il percorso “domato” dal fortissimo giocatore “Made in Japan” ha colpito tutti noi appassionati, innamorati pazzi per questo sport.
Tantissimi i post e gli articoli dedicati al ‘porta mazze’ come molti ‘ignoranti’ lo hanno definito.
In quel gesto c’era tutta la tradizione del Sol Levante. La gratitudine, l’educazione, il senso di rispetto e senso civico di un popolo che non si smentisce mai. E non importa se appena 24 ore dopo il governo giapponese ha deciso di rovesciare tonnellate di acqua radioattiva nel mare, scatenando l’ira dei poveri pescatori e di intere nazioni, Cina e Corea in testa.
Il viaggio in Giappone è stata una delle esperienze più belle della mia vita, che mi ha ridato speranza (non il nostro Ministro…) nel pensare che l’essere umano possa essere altruista e mettere gli altri davanti ai propri interessi.
Tornando ad Augusta, come detto nella mia solita diretta su Instagram del lunedì con #MAIDIREGOLF, condivisa con i miei compagni di merende Massimo Scarpa e Silvio Grappasonni, non è stato un quarto giro entusiasmante ma alla fine ha vinto e meritato colui che ha saputo leggere nel migliore dei modi il tremendo percorso della Georgia.
Quello che il Covid ci ha cambiato, e credo per sempre, è l’utilizzo delle piattaforme digitali di comunicazione, oltre che ovviamente dei social, in tutte le sue forme
Zoom, Streamyard e Skype sono solo alcune delle sopra menzionate, attraverso le quali tutti noi abbiamo azzerato la distanza da colleghi e amici, consentendoci così di poter continuare a lavorare e fare ‘networking’.
Il Masters è stata l’ennesima dimostrazione di quanto i golfisti amino questo gioco e i suoi beniamini, permettendogli di trasformare una ‘virtual room’ nel classico Bar dello Sport
Ho avuto il piacere di collaborare con Federica Rossi, responsabile dell’area digital di Golf & Turismo, e di poter fare il padrone di casa attraverso l’account Instagram della testata, ospitando durante la settimana del primo major diversi nomi noti del nostro sport. Da Alessia Nobilio, reduce dal Women’s Amateur svoltosi proprio all’Augusta National, a Costantino Rocca, che proprio in uno dei suoi Masters ha avuto la possibilità di fare il quarto giro con il Tiger dei record. Con Matteo Manassero abbiamo invece ripercorso non solo le sue emozioni entrando a Magnolia Lane per la prima volta ma anche un’analisi della sua carriera golfistica e di quello che io definisco (come fu per Andrea Pavan) un viaggio andata e ritorno dall’inferno.
A chiudere la rubrica #ilmiomasters ho avuto il piacere di chiacchierare con Silvio Grappasonni, ripercorrendo i vincitori della Green Jacket e tanti aneddoti che hanno accompagnato il loro trionfo.
Come noi molti altri hanno creato salotti digitali, ospitando amici, presunti vip e addetti ai lavori. Il risultato è che si è parlato di golf, tanto, e questo è stato fondamentale. Ognuno ha potuto, live o non, dire la propria, esprimere un giudizio, un parere o puntare il dito.
Insomma per sette giorni il golf e il suo movimento si è avvicinato molto a quello che succede nello sport più praticato in Italia, il calcio.
Da mister siamo passati a coach e da giocatori di serie A a tournament player.
E chi se ne frega se tra i pronostici dei 90mila tesserati non compariva il nome di Hideki Matsuyama, tanto alla fine ha vinto il suo caddie 🙂