L’Open d’Italia a Cervia rappresenta un’opportunità unica per i nostri italiani per mettersi in mostra e andare a caccia di una vittoria  che manca ormai  dal 2016.

Un mese intenso per il golf italiano con entrambi i nostri Open d’Italia, maschile e femminile, a una settimana di distanza l’uno dall’altro. 

L’Open d’Italia a Cervia

Come sappiamo il field a Cervia non sarà quello delle grandi occasioni, ormai i più forti europei giocano in pianta stabile in America. Ma questa deve essere presa come una grande opportunità per i nostri italiani, chiamati a un’ottima prestazione.

Come dissi in tempi non sospetti, sapevo che sarebbe arrivata una vittoria azzurra e dopo quella di Manassero mi aspetto che ne arrivi un’altra e chissà che non possa essere proprio nell’Open di casa. 

Mi aspetto grandi cose da Matteo e compagni e credo che la loro presenza e, soprattutto, la loro buona prestazione, possano essere un motivo per coinvolgere il pubblico. 

Non solo golf a Cervia

Cervia è località vacanziera e nella settimana dell’Open partirà anche il Tour de France e turisti per di più stranieri prenderanno d’assalto questa località. 

Purtroppo, non mi aspetto però grande pubblico ma sono certo che, se nel weekend ci dovesse essere qualche italiano in alta classifica, ci sarà una bella affluenza in campo. 

In più, l’Open d’Italia è uno degli ultimi tornei dell’European Swing nonché uno con il montepremi più alto della stagione sul DP World Tour e questo porta punti preziosi per la qualifica agli eventi più importanti in calendario, come il BMW PGA Championship a Wentworth.

Quindi, occhi puntati su tutta l’armata azzurra. 

Open d’Italia: uno sguardo al futuro

Ma per far sì che post Ryder Cup l’Open d’Italia sia continuamente seguito serve trovare una sede fissa, possibilmente in Lombardia, regione con il più alto bacino di golfisti, e fare promozione.

Allo stesso tempo, il DP World Tour avrà il compito di trovare nuovi talenti perché, alla fine, questa sarà la sua missione se la situazione ai piani alti non cambierà.

I campioni del golf europeo e americano o giocano in America o sono stati adescati da Greg Norman.

Una tregua per il bene del golf mondiale

Al momento stiamo assistendo a una tregua tra PGA Tour e LIV Golf ma mi auguro fortemente che entro il 2026 si arrivi alla definizione di un circuito globale.

Basta vedere tornei con 150 giocatori e score che superano abbondantemente l’80.

Meglio un field ridotto ma che abbia i migliori. 

Vedere in televisione Koepka, DeChambeau e McIlroy insieme è bello, ti lascia incollato agli schermi e fa bene al golf. Ormai momenti come quelli vissuti in occasione del PGA Championship si contano sulle dita di una mano. 

L’Open d’Italia femminile

E sono certo che un calendario unico non può che giovare anche e soprattutto al settore femminile.

Se in quello maschile il gap tra Europa e Stati Uniti è ampio, in quello delle proette è immenso ed è ovvio che gli sponsor investano sull’LPGA Tour.

L’Open d’Italia femminile al Nazionale non vedrà quindi nomi di prim’ordine, le più forti appena prendono la carta volano Oltreoceano, dove il montepremi è nettamente più alto e i campi sono preparati in modo impeccabile. 

Forse per aumentare l’interesse verso le donne bisognerebbe fare come nel tennis e trovare campi a 36 buche capaci di accogliere sia il torneo maschile che quello femminile.

All’Open del Marocco, ad esempio, questo modello funziona bene. 

Che poi, dal vivo è nettamente meglio vedere uno swing e il gioco di una proette, più facilmente raggiungibile da un amateur di medio livello.

Ma sappiamo che a noi piace l’impossibile e quindi, a parte 15 giocatrici del circuito americano che sono delle fuoriclasse assolute, le altre fanno fatica a essere seguite.