Giocare bene dal tee, il primo colpo, è sempre più importante per essere protagonisti sul tour. Lo hanno dimostrato l’Open d’Italia e il PGA Championship ma sarà così anche allo U.S. Open.
L’Open d’Italia
Nell’ultimo mese l’evento clou per i nostri colori è stato sicuramente il DS Automobiles 80° Open d’Italia. Purtroppo, la presenza di pubblico è stata inferiore rispetto alle due scorse edizioni giocate al Marco Simone. La spiegazione è da ricercare nella composizione del field, con nomi di minor prestigio rispetto a quelli degli ultimi anni.
Sicuramente la data ha penalizzato l’evento perché i giocatori che prendono parte al PGA Tour erano nel pieno della stagione e difficilmente varcano l’Oceano per un torneo. In compenso sono stati in lotta per il titolo potenziali protagonisti della prossima Ryder Cup a Roma.
Adrian Meronk ha fatto un bel passo in avanti in previsione della qualifica ma hanno giocato bene anche Nicolai Højgaard e Victor Perez. Inoltre, si sono messi in luce molti giocatori che diventeranno di sicuro protagonisti nei prossimi anni nel DP World Tour.
So che il pubblico è rimasto un po’ deluso dagli italiani. Personalmente ho puttato male e questo ha pesato sul mio score finale. Il Marco Simone è un percorso dove appena sbagli, anche di poco, sei severamente punito.
Il campo era molto simile a come lo troveremo a settembre, la grande differenza sarà nel fondo che per la Ryder risulterà molto più duro, quindi più difficile. Diventerà fondamentale quindi giocare molto bene dal tee perché il rough folto renderà difficile i secondi colpi e i green, ondulati e veloci, costringeranno a mettere la palla nei pressi dell’asta se si vuole fare score.
Il secondo major dell’anno
L’altro evento che ci ha accompagnato nell’ultimo mese di maggio è stato il secondo major di questo 2023, il PGA Championship a Oak Hill.
Come in tutti gli Slam il livello è talmente alto che basta poco per fare figuracce e mancare il taglio. Note positive sono arrivate sul fronte europeo, con tanti giocatori che hanno giocato bene. A parte Viktor Hovland ci sono stati ben otto europei nei primi venti classificati, cosa che in America non succede molto spesso.
Non mi ha sorpreso la vittoria di Brooks Koepka, che trova sempre stimoli e una marcia in più quando affronta i tornei dello Slam. Penso che lui e Hovland siano stati un ottimo spot per il golf giocando molto bene entrambi sino alla 16, quando Viktor è incappato in un doppio che ha dato via libera a Brooks per la vittoria.
È stato un major bello da vedere, appassionante, giocato su un campo difficile, simile a come sarà il Marco Simone, con fairway non strettissimi ma rough punitivi. Molti si aspettavano chissà cosa per il fatto che Koepka attualmente milita nel LIV, ma questo non ha spostato una virgola.
È un ottimo giocatore, sicuramente uno dei migliori della Superlega araba. Quando ha deciso di entrarne a far parte non stava performando ai suoi livelli per gli infortuni che non gli permettevano di esprimersi al meglio. Secondo me se potesse tornare indietro di un anno oggi probabilmente non farebbe quella scelta. Ora ci sono voci di un suo possibile ritorno ma bisogna vedere se glielo permetteranno. Ad oggi, anche se decidesse di lasciare il LIV, non potrebbe iscriversi neppure alla Qualifying School.
Per quanto riguarda gli europei, da un lato sono soddisfatto per Hovland ma dall’altro rammaricato perché sono diversi tornei che gira intorno alla vittoria che meriterebbe e sono certo presto arriverà.
Perez sta giocando bene in maniera costante e pare si stia ambientando negli Stati Uniti. Quella del PGA Championship è stata una delle sue migliori prestazioni.
Jon Rahm ha pagato caro il primo giro. È stato bravo a passare il taglio ma il sabato ha giocato presto con tempo brutto e non gli è stato possibile poi recuperare sui primi.
Lo U.S. Open si gioca su un campo nuovo al torneo, il Los Angeles Country Club, e i primi dati per poter ipotizzare delle strategie di gioco arriveranno solo la settimana prima. Pare non sia difficile dal tee ma con un rough punitivo e green molto piccoli. Saranno avvantaggiati i più precisi dal tee, perché giocheranno al green con lie puliti.
Rahm per me tra gli europei è il favorito, seguito da Hovland. Attenzione però a Rory McIlroy che vive di fiammate, mai darlo per morto…