Sono tanti i giovani golfisti che rincorrono pieni di speranze e con grande determinazione la maglia azzurra.
Oltre al prestigio di poter indossare la divisa e difendere i colori dell’Italia all’estero, l’ingresso in Nazionale rappresenta un traguardo importante per i ragazzi e un motivo di orgoglio per i loro genitori.
Ho usato la parola ‘traguardo’ anche se il termine corretto dovrebbe essere ‘step’.
A mio parere la Nazionale dovrebbe infatti rappresentare una tappa di passaggio, una sorta di trampolino di lancio per i nostri giovani agonisti aspiranti Tour pro, e non certo un traguardo finale.
Purtroppo, come dice il proverbio, “Il fine giustifica i mezzi” e molte volte quindi si compromettono le carriere di probabili futuri campioni per la smania di accelerare i tempi, bruciare le tappe e arrivare il prima possibile in Nazionale.
Quando si agisce così il pericolo è dietro l’angolo: calendari e allenamenti troppo intensi rispetto sia all’età che al fisico e alla testa portano molto spesso, più che a bruciare le tappe, a bruciare i ragazzi!
Negli Stati Uniti questa problematica è all’ordine del giorno, non per colpa del sistema ma per la follia di molti genitori che intravedono un interessante e proficuo business nella carriera dei figli e li logorano sia mentalmente che fisicamente facendoli competere tutte le settimane fin dalla tenera età.
Così facendo, ogni tanto nasce qualche “Agassi” del golf ma, per uno che arriva, molti altri talenti si perdono per strada e smettono esausti ancor prima dei 14 anni.
La verità è che con i numeri americani ci si può anche concedere di perdere l’80% dei giovani.
In Europa non possiamo proprio permettercelo e per forza di cose dobbiamo ottimizzare al massimo quel poco che abbiamo.
È importante capire che il Golf ti permette di essere competitivo fino ai 40 anni rispetto ad altri sport dove a 14 anni devi già dimostrare di avere i numeri per poter continuare.
Non serve quindi schiacciare subito sull’acceleratore ed esagerare con gare e allenamenti: la parte ludica è molto importante sotto i 16 anni.
Quando lo stress agonistico inizia troppo presto, si rischia di esaurire le energie ancor prima di riuscire a passare al professionismo.
Per questo motivo mi piace sempre ripetere ai ragazzi che tutto ciò che facciamo in Nazionale è importante e deve essere svolto con la massima serietà.
Per i futuri pro, questo splendido periodo della vita deve rappresentare solo una messa a punto della macchina.
È più importante costruire uno swing efficiente e un gioco solido piuttosto che vincere qualche campionato qua e là e arrivare poi al passaggio al professionismo con problematiche tecniche.
Una curiosità:
E’ giusto sapere che sul Tour vi sono molti giocatori stranieri che, pur non essendo mai stati in Nazionale, ci hanno sempre creduto e hanno lavorato nella direzione giusta: “Volere è potere”.
A proposito di Nazionale: come si accede e come viene formata la Rosa dei GIN, i Giocatori di Interesse Nazionale?
Cominciamo con il dire che è proprio la struttura del calendario gare europeo a suggerirci le fasce d’età da allenare per selezionare i giocatori ai più importanti appuntamenti della stagione agonistica.
Abbiamo quindi creato quattro squadre Nazionali: Under 14, Under 16, Under 18 e Amateur, in virtù del fatto che sia i Campionati Europei che le più prestigiose gare individuali seguono queste fasce di età.
Ogni squadra è composta da circa otto componenti, chiamati Giocatori Nazionali Èlite. Il numero può comunque aumentare o diminuire a seconda delle annate.
Ogni fascia di età ha anche un piccolo serbatoio di riserve: sotto queste squadre Èlite scalpita infatti un gruppo di giocatori PN, ovvero Probabili Nazionali, atleti che con buone probabilità faranno il salto di qualità a fine anno e andranno a sostituire quel gruppo di giocatori che, “invecchiando”, passerà alla categoria successiva.
I Nazionali e i PN creano quindi la rosa completa dei giocatori GIN. Come vengono selezionati?
Gli Under 14 vengono scelti tramite un mix tra Ordine di Merito italiano e ranking giovanile, mentre per le altre fasce di età teniamo conto di World Ranking e Ordine di Merito.
Bisogna precisare che questi ultimi due ranking non sempre esprimono valori simili tra loro, proprio perché utilizzano tipologie di assegnazione punti diverse.
L’Odm italiano è basato sui risultati degli ultimi 12 mesi mentre il World Ranking prende in considerazione gli ultimi 24 mesi.
Per questo motivo a volte si vedono in Nazionale ragazzi con Odm non brillante ma ovviamente con un ottimo World Ranking.
La categoria GIF, Giocatori di Interesse Federale, è invece composta da ragazzi che hanno scelto di studiare e che hanno quindi più difficoltà nell’accumulare punti per l’Odm o il WR.
Questa categoria è molto importante perché tiene in vita ottimi giocatori, appassionati di golf che hanno ancora molta voglia di competere e, una volta finiti gli studi, potranno poi scegliere se provare la vita del Tour Pro o mettersi a lavorare.
Alla base di tutte queste categorie c’è la grande famiglia dei Brevetti, che rappresenta sia il futuro del golf agonistico che quello dei nostri circoli.
Le varie tipologie di Brevetto sono:
- B (brevetto semplice),
- BG (brevetto giovanile),
- BN (brevetto nazionale),
e rimangono sotto la cura e la giurisdizione delle regioni.
Il Brevetto ha il compito di agevolare il percorso dei giovani e di sgravare parte delle alte spese sostenute dai genitori.
Ancora troppi circoli non capiscono che il loro futuro dipende proprio dalle nuove generazioni e quindi dai giovani.
In molte strutture fanno davvero fatica a trovare gli spazi e i costi adeguati e molto spesso si vedono quindi costretti ad abbandonare il golf.
Il problema è ancor più grave se pensiamo che quando il bambino perde stimoli e passione spesso trascina anche i genitori ad allontanarsi dai golf club.
Conclusione:
Ci vuole davvero tanto impegno e organizzazione per tenere i bambini stretti al golf ma purtroppo basta anche molto poco per farli smettere per sempre.