Sono passate poche settimane dall’Assemblea Generale della Federazione Italiana Golf, evento nel quale, grazie al sistema dei voti, è uscito fuori il nuovo “board” della FIG per i prossimi quattro anni.
Non sarà un quadriennio come gli altri, poiché la pandemia e il conseguente lockdown che ha colpito l’intero pianeta hanno di fatto stravolto non soltanto la vita di miliardi persone, le loro abitudini e l’economia mondiale, ma anche lo sport, in ogni sua disciplina.
Questo comporterà che, dal 2020 al 2024, il golf sarà protagonista in ben due Olimpiadi: Tokyo 2021 e Parigi 2024, divise dall’evento per antonomasia che il mondo del golf conosce, la Ryder Cup a Whistling Straits e al Marco Simone.
Durante il periodo forzato a casa scrissi, vedendo come veniva considerato il nostro sport e dell’opportunità persa, che mi sarebbe piaciuto poter occupare un ruolo che mi permettesse di poter fare qualcosa di concreto per questo gioco che amo alla follia.
Evidentemente qualcuno lassù mi ha protetto e aiutato per far sì che tutto ciò si potesse concretizzarsi.
Avete presente quando una serie di circostanze si devono incastrare alla perfezione, ti devi trovare al posto giusto nel momento giusto, e improvvisamente qualcosa che sembrava impossibile si realizza magicamente?
Ecco, questo è quello che ho vissuto, senza rendermene conto. Sì, lo so: si chiama colpo di fortuna, per dirla bene…
In poco più di due mesi sono riuscito a ottenere la fiducia dal Consiglio della Pgai, associazione del quale faccio parte ormai da anni, da Filippo Barbè, suo presidente nonché responsabile della Scuola Nazionale di Golf, dal presidente della Fig, Franco Chimenti, e da tanti altri consiglieri federali, uno su tutti Marco Durante.
Umanamente mi hanno colpito i tantissimi messaggi e le chiamate ricevute da colleghi, amici, e dalle persone che mi seguono sui social, dimostrandomi così fiducia e stima.
L’epilogo delle elezioni è stato doppiamente positivo.
Le procedure Covid e la location non favorivano inizialmente segnali positivi sulla partecipazione dei votanti.
Ma proprio in queste circostanze la categoria dei professionisti è venuta fuori, dando un segnale importante, permettendo così il raggiungimento abbondante del quorum (ancora grazie di cuore a tutti quelli che hanno messo la sveglia alle 4:30 del mattino per venire a dare il proprio voto).
La seconda “good news” è stata ovviamente quella della mia elezione quale rappresentate dei tecnici.
Come ho spiegato più volte a chi, fermandomi o scrivendomi, mi chiedeva di cambiare tutto, non penso di essere l’uomo della provvidenza o di avere la bacchetta magica.
Né tantomeno ritengo intelligente sganciare bombe che alla fine provocano solo distruzione. Se mi hanno voluto, accettando la mia candidatura, è perché si aspettano da me idee, proposte e atteggiamenti diversi dal canonico.
Mi piacerebbe poter seminare tanto, cosi da non limitarsi a un raccolto di qualche anno, ma andare ben oltre.
Avendo tra le mie caratteristiche quella di essere un entusiasta, un appassionato, di non voler mai scendere a compromessi, di lottare per quello in cui credo (mia moglie aggiungerebbe di essere un gran rompiscatole) sono sicuro che tutto potrà evolversi come auspico.
La cosa forse più significativa che mi riguarda sta nel fatto di non avere interessi personali se non quello di amare questo sport e voler aiutare il presidente, il consiglio, i miei colleghi e tutti quelli che sono pazzi di questo gioco per portarlo là dove merita, facendo crescere il numero dei suoi “addicted”.