L’autunno ha quest’anno i colori accesi dell’Augusta National e della Georgia.
Tra pochi giorni sarà ancora una volta tempo di Masters, una tradizione immancabile, un torneo diverso da qualsiasi altro al mondo.
È inutile negare che anche io, come tutti, sono molto curioso di vedere come si presenterà il campo e quanto il gioco potrà essere diverso rispetto alla primavera.
Ovviamente per me sarà un onore, anche in un anno complicato come questo, poter far parte dell’evento e aprire questa 84esima edizione con l’Honorary Start insieme al mio grande amico e rivale Jack Nicklaus.
Il meglio del golf mondiale raggiungerà Augusta da ogni angolo del mondo, a caccia di un trofeo ricco di fascino, quella Giacca Verde simbolo del suo successo e dell’appartenenza a un ristretto numero di campioni.
Quest’anno più che mai la lotta per il titolo sarà apertissima e molti sono i giocatori che possono ambire a scrivere il loro nome nell’albo d’oro del major georgiano.
Uno degli aspetti più piacevoli di rimettere piede ogni anno al Masters è che ho sempre l’impressione di fare ritorno a casa, un luogo a me familiare e ricco di splendidi ricordi che ha segnato la mia vita e la mia carriera.
Devo ammettere che molte cose sono cambiate ad Augusta da quando ricevetti il mio primo invito a giocare il Masters nel 1957.
In quegli anni il torneo stava salendo sempre più alla ribalta internazionale, così come le sue fantastiche tradizioni e l’incredibile atmosfera che lo circondano, che ne hanno fatto oggi uno dei più grandi eventi sportivi del mondo.
Ogni anno il Masters è in grado di regalare nuovi e entusiasmanti momenti, imprese che entrano di diritto nell’Olimpo di questo sport.
Dal Par 3 Contest (quest’anno purtroppo cancellato per la pandemia) alla Cena dei Campioni sino all’Honorary Start del giovedì mattina.
Ogni tradizione ha un valore speciale sia per i giocatori che per i fan, quest’anno obbligati a seguire il torneo soltanto in tivù.
Purtroppo parte di questa atmosfera non sarà la stessa quest’anno.
Ci attende un Masters senz’altro diverso ma chi ne prenderà parte farà di tutto per trasmettere lo stessa magia ai fan anche a distanza, rispettando le linee guida sulla sicurezza imposte dall’attuale situazione sanitaria mondiale.
Ho l’impressione che quest’anno potremmo avere un campione speciale, qualcuno che entrerà a far parte del club dei vincitori del Grande Slam.
Sono un grandissimo fan di Rory McIlroy e sono certo che, prima o poi, si aggiudicherà l’ultimo major che gli manca, il Masters appunto.
E nulla vieta di pensare che proprio quest’anno sia giunto finalmente il suo momento.
Se ci riuscisse sarebbe il secondo giocatore non americano dopo il sottoscritto a conquistare lo Slam in carriera.
Non scarto ovviamente Bryson DeChambeau, che sembra essere il favorito sia per la sua straordinaria lunghezza sia per il fatto che all’Augusta National il rough è praticamente inesistente.
E pensando a quello che ha fatto a Winged Foot nello U.S. Open non può che essere uno degli uomini da tenere d’occhio.
Comunque vada state certi di una cosa: anche quest’anno Augusta e il Masters non ci deluderanno, regalandoci quattro giorni indimenticabili di grandissime emozioni.