Si dice che dietro un grande uomo ci sia sempre una grande donna. Che poi generalmente è una grande madre.
Nel caso dei tanti golfisti asiatici di successo si dice invece una “mamma tigre”, ovvero quell’evoluzione tipicamente orientale della specie femminile che, nemmeno si trattasse di un caso cinematografico di X-Men, permette la metamorfosi di una signora dolce e minuta in una virago inflessibile, che forgia le tempra dei propri figli nel rigore e nella perfezione.
E i risultati golfistici di un simile principio educativo sono sotto gli occhi di tutti.
Nel caso delle proette, ce n’è una su tutte che incarna perfettamente questa figura. Si chiama Jin Young Ko, è sudcoreana e in soli due anni di LPGA Tour ha già infranto ogni record, scalando le classifiche e diventando la numero uno mondiale.
Ha vinto il Rolex Player of the Year per due anni di seguito, nel 2018 e nel 2019, la quarta di sempre, ha realizzato 114 buche consecutive senza bogey battendo il record detenuto da Tiger Woods, nel 2019 non ha mancato un taglio terminando tra le top 10 in classifica nei 22 tornei disputati e, sempre nello stesso anno, ha vinto il Vare Trophy per aver segnato una media colpi di 69.062, la più bassa nella storia, seconda solo ad Annika Sorenstam.
Ma al di là dei trofei e della gloria che tutto questo comporta, l’obiettivo della ragazza è quello di ripagare i debiti che la sua famiglia aveva sostenuto per permetterle di intraprendere la carriera da giocatrice e aiutare chi è stato meno fortunato di lei.
Insomma, all’età di 25 anni Jin Young Ko ha il destino già segnato, un legame profondo e indissolubile con la sua famiglia e un gran cuore che va oltre i numeri da record espressi dal suo gioco.
Quando ha realizzato che il golf sarebbe diventato la sua vita?
Ho preso il primo ferro in mano all’età di 10 anni e da lì non mi sono più fermata ma è durante la scuola media che ho realizzato di voler diventare una giocatrice professionista. Ero una tredicenne con le idee ben chiare.
Ha una relazione speciale con la sua famiglia. È difficile stare lontano da loro durante le settimane di gare?
Inizialmente no perché i miei genitori mi accompagnavano sempre durante il periodo trascorso sul circuito coreano. Poi, sull’LPGA Tour ho realizzato davvero cosa voglia dire sentire la loro mancanza e i gradi sacrifici che hanno fatto per permettermi di realizzare il mio sogno. Il passaggio al circuito americano mi ha davvero aperto gli occhi. Ora non do più nulla per scontato, nemmeno il loro amore per me. È triste non poter condividere la gioia di una vittoria con loro ma non passa giorno che non senta il loro sostegno, anche se a migliaia di chilometri di distanza.
Ha avuto una relazione speciale con suo nonno. Cosa le ha insegnato e cosa le è rimasto maggiormente nel cuore?
Mio nonno era il mio porto sicuro, la mia certezza qualunque cosa fosse accaduta. Sono tanti gli insegnamenti e i valori che mi ha trasmesso. Mi diceva sempre di fare del mio meglio, nel golf come nella vita e, guardando al futuro, che mi sarei dovuta costruire una vita puntando sulle mie energie, sulla forza e sulla resistenza.
Cosa si potrebbe fare per rendere il golf femminile più attraente per le nuove generazioni e per gli sponsor?
È difficile per me trovare una soluzione a questo problema che è sotto gli occhi di tutti. Che il divario tra il golf maschile e femminile, in termini di pubblico e montepremi in palio, sia enorme è evidente. Tuttavia, confido che gli sponsor avranno sempre più interesse verso il nostro mondo se le proette mostreranno loro un gioco più dinamico e divertente.
Pensa che prima o poi il divario tra golf maschile e femminile diminuirà?
Credo e spero che il gap tra noi e i colleghi uomini si affievolirà un giorno. A volte non capisco perché il golf maschile sia così più seguito rispetto al nostro. In fondo, giochiamo all’unico sport che unisce un po’ tutti: uomini e donne, giovani e anziani.
È la nuova Ambassador LG SIGNATURE. Quali sono i valori che accomunano LG al golf?
In qualsiasi parte del mondo, LG è riconosciuta come una delle migliori e rinomate aziende al mondo ed è per me un vero onore poterla rappresentare. Come ambasciatrice di un marchio di elettrodomestici premium che punta all’eccellenza, penso che il valore che meglio ci rispecchi sia la costante ricerca per la prestazione perfetta. Io la ricerco sul campo da golf ed LG nella qualità dei suoi prodotti.
È una ragazza cresciuta ai tempi di Instagram e Tik Tok. Com’è il suo rapporto con la tecnologia?
Cerco di comunicare il più possibile con i miei fan. I social media sono uno strumento veloce ed efficace per sentirli vicino e, soprattutto, mostrare chi sono realmente. Molti di loro sono interessati alla mia vita da giocatrice professionista, un’occasione perfetta per valorizzare il golf in rosa aumentando l’interesse per le donne, per il Tour e per questo fantastico sport.
Dove trova ancora la forza per sfidare se stessa?
Faccio di tutto per diventare una versione migliore di me. Non pormi limiti fa parte della mia crescita personale.
È difficile instaurare un rapporto di amicizia con le altre giocatrici del Tour americano?
Sì, perché il golf resta sempre uno sport individualista. Dati i tempi serrati e frenetici ai quali siamo abituate, non è facile avere una conversazione profonda e duratura ma tra colleghe cerchiamo sempre di trovare dei punti in comune, cenare insieme e confidarci appena è possibile.
È così giovane e già la numero 1 della classifica mondiale. Quale sarà il prossimo obiettivo?
Il ranking è ovviamente importante ma non deve essere il fulcro attorno al quale ruota la mia vita. Le classifiche possono cambiare in ogni momento. Oggi sei al vertice e domani rischi di retrocedere. Il mio obiettivo non è mantenere il primo posto, ma investire tutte le mie energie nel gioco e nelle performance, il resto viene di conseguenza. Vorrei essere la numero uno non solo nel mondo del golf ma nella vita di tutti i giorni e raggiungere la felicità nelle piccole cose, sfruttando il mio ruolo e le mie risorse per fare del bene.