Il verde inconfondibile, il grande pubblico, l’amen corner, il pathos e il fiato sospeso di quando si affrontano le seconde nove. Francesco Molinari, i grandi campioni, Tiger in campo, la storia che ogni anno si ripete. Questi gli elementi che ci aspettano per regalarci lo spettacolo più incredibile che il golf possa offrire, il Masters.
Il favorito
Parlando dell’87esima edizione che ci stiamo apprestando a vivere, non posso che non cominciare dal grande favorito, il golfista del momento, nonché defending champion, Scottie Scheffler: guardando giocare il numero 1 del mondo mi sembra che provi assoluta gioia quando è in campo, facendo apparire i suoi giri sotto par la cosa più semplice del mondo.
Scheffler vive le sue 18 buche con una calma e una serenità disarmante, almeno per quanto faccia intendere guardandolo dal vivo o dalla televisione.
Mi ricordo che durante la sua stagione da rookie, quella del 2019-2020, rimasi colpito da quel far scivolare il piede sinistro all’indietro, un po’ come faceva Greg Norman negli anni ’80. Sinceramente non mi aspettavo che arrivasse a dominare a livello mondiale in così poco tempo.
So che quest’anno il campo ha subito delle modifiche strutturali, come l’allungamento del tee del par 5 della 13. Già in passato l’Augusta National aveva subito cambiamenti al percorso, per renderlo più lungo visti i bombardieri del Tour, ma sono certo che la difficoltà di questo campo non risieda nella sua lunghezza ma nei suoi dog leg, che possono impensierire e non poco i giocatori e soprattutto nella presenza del vento, che può influenzare il gioco, rendendo i green più duri e i rimbalzi molto meno prevedibili.
Servono modifiche?
Questo campo non necessita di particolari stravolgimenti per renderlo più complicato, perché altrimenti si rischia di rovinarne l’essenza e il disegno originario. Al contrario mi focalizzerei sul ridisegnare i percorsi inserendo nuovi dog leg, rough più alti attorno ai green, e green sempre più duri e veloci.
Basti ad esempio vedere alcuni dei campi che hanno ospitato recentemente due eventi del DP World Tour, l’Hero Indian Open e il Magical Kenya Open, due tracciati non particolarmente lunghi, che però hanno messo in grande difficoltà i giocatori, che hanno segnato score davvero alti.
Il percorso indiano del DLF Golf & Country Club di Nuova Delhi, disegnato dal grande Gary Player, è un campo moderno che presenta “difficoltà di una volta”, dove la potenza non conta per giocare sotto par.
Il fascino delle seconde nove
Sicuramente ciò che contraddistingue il Masters da tutti gli altri tornei è la conformità delle seconde nove buche: nove gioielli che rappresentano al meglio l’essenza del percorso, e dove ogni anno, si decide il torneo.
Nulla è scontato quando ci si appresta a giocarle: basti pensare a quello che successe a Francesco Molinari alla buca 12 nel 2019, o a Jordan Spieth sempre alla 12 nel 2016 o l’approccio imbucato alla 16 da Tiger nel 2005, vere e proprie “Sliding Doors” per i giocatori.
Ritornando alla lunghezza dei percorsi e come renderli più complicati per i giocatori del Tour, rimango abbastanza basito dalla nuova proposta da parte della USGA e dell’R&A di prevedere una palla da golf depotenziata per i giocatori professionistici nelle cosiddette “competizioni d’èlite”.
Lo stesso è capitato per le gare di lancio del giavellotto, dove modificando il baricentro si andava a diminuire la sua gittata. Personalmente a me diverte vedere i giocatori tirare il driver oltre i 300 metri.
Senza contare che sicuramente tutte le case produttrici di palle da golf non si troveranno per nulla d’accordo con questa proposta. Alla pari dei professionisti, che passano ore in palestra per migliorare e potenziare il loro fisico per prendersi un vantaggio in termini di lunghezza.
I pronostici
Parlando di probabili pronostici, al Masters di solito non vincono gli outsider. Spero comunque in un buon torneo di Francesco Molinari. Così che possa fare un bel balzo in avanti nel ranking mondiale, dando così una motivazione in più a Luke Donald di sceglierlo come wild card alla prossima Ryder Cup di Roma. Se Francesco a metà agosto si farà trovare più vicino al 60esimo posto verrà sicuramente chiamato dal capitano del team europeo.
In ogni caso, appena vedremo i colori, le piante, il verde, gli alberi in fiore tipici dell’Augusta National, sarà grande spettacolo per tutti, da vivere davanti alla tivù sul nuovo canale Sky Sport Golf.