Bryson DeChambeau, come già detto in uno dei miei precedenti editoriali, ha preso una strada che, se riesce a mantenere, gli permette di avere dei vantaggi incredibili.
Se guardiamo quello che ha fatto alla buca 6 di Bay Hill nel corso del weekend dell’Arnold Palmer Invitational, non possiamo che rimanere impressionati. Si tratta di un par 5 molto arcuato, quindi non conta la lunghezza totale della buca che comunque viene tagliata.
Quello che ha lasciato tutti allibiti è la linea scelta da Bryson che, con il secondo colpo, era a 70 metri dal green contro gli oltre 120 o più degli altri giocatori. Il suo vantaggio legato alla lunghezza può essere tale grazie al limitare della dispersione.
Mi spiego: se fai 400 yard ma poi quando sbagli sei tre buche a destra o sinistra del fairway serve a poco. La sua ripetitività e limitazione dell’errore può dargli invece grandi vantaggi. Alcuni lo stanno imitando ma, per provare a tirare più forte, hanno ridotto la precisione, vanificando così i metri guadagnati.
Ora, la distanza maggiore può aiutare in alcuni campi, specie quelli dove ci sono dogleg che permettono di tagliare la buca. In altri, come il percorso del Firestone Invitational o l’Harbour Town Golf Links, che sarà palcoscenico del RBC Heritage la settimana dopo il Masters, il vantaggio è minimo poiché le buche sono dritte e delimitate da alberi. Quindi nessuna possibilità di taglio e grosso handicap in caso di tiri particolarmente storti.
DeChambeau sta guadagnando tanti colpi dal tee per la sua lunghezza ma non è tutto. In questo periodo putta davvero bene. Per il resto ha dei numeri nella norma. Il fatto è che se i colpi al green li può giocare da 80 metri piuttosto che da 150 l’efficacia sarà maggiore.
Penso che anche ad Augusta non avrà tantissimi vantaggi. Al Masters bisogna giocare bene dal tee ma soprattutto essere efficaci nei secondi colpi. Certo, la distanza dà un vantaggio però il palmarés è pieno di giocatori che non sono certo bombardieri.
La cura dei dettagli di DeChambeau è notevole. Gli piace testare, cosa che faccio anch’io. Ho letto del suo studio sulle aste, lo abbiamo fatto anche noi nella Edoardo Molinari Golf Academy.
Lasciare l’asta dà vantaggi solo se la pallina arriva alla buca superandola di oltre un metro e mezzo. Con il putt che arriva alla velocità giusta la palla può anche uscire. Ci sono alcuni giocatori sui Tour che la lasciano, come Matthew Fitzpatrick, Adam Scott e mio fratello Francesco.
Il fatto non è pensare “prendo l’asta e va dentro” bensì avere un vantaggio nel mirare la buca. Per i putt dritti, se si vuole giocare a centro buca, è più semplice farlo con l’asta dentro. Lasciare la bandiera può essere utile per i dilettanti medi perché spesso hanno nella valutazione della distanza il primo dei problemi. Inoltre si risparmia anche tempo! La possibilità di scelta se lasciarla o toglierla per contro può portare a lungaggini, in qualsiasi tipo di torneo.
Chi vincerà il Masters? Fare dei pronostici nel golf è difficile, ad Augusta ancora di più. Morikawa tira bene i ferri e potrebbe essere pericoloso, Spieth è tornato a giocare bene. Un altro? Potrebbe essere ovviamente DJ, che tira lungo ed è anche l’uomo da battere quale numero uno al mondo.