Sergio Garcia ha sempre avuto qualche problema di putting. Se andiamo a vedere le sue statistiche, ci accorgiamo che, con maggior fortuna sui green, avrebbe potuto senz’altro incrementare il suo già ricco palmarés. Sono infatti 35 i successi sui vari Tour mondiali, illuminati dalla vittoria nel Masters 2017 e dalla sua straordinaria carica in Ryder Cup.
Ma ben 20 sono gli altri piazzamenti fra i primi dieci ottenuti nei major, che forse avrebbero potuto tradursi in qualcosa di più. Senza considerare che, proprio prima del torneo in corso, per la prima volta era uscito dai primi 50 del mondo dopo dieci anni, a conferma di un momento che sembrava abbastanza difficile.
Proprio per il suo tallone d’Achille sui green, il campione spagnolo le ha provate un po’ tutte, modificando spesso tecnica e attrezzatura. L’ultima trovata in ordine di tempo è venuta a galla durante il Sanderson Farms Championship, che si sta svolgendo in questi giorni a Jackson, in Mississippi. Sergio Garcia stava puttando a occhi chiusi e la notizia è subito corsa in giro fra gli addetti ai lavori.
La sorpresa più grande è però stata quella di apprendere che questo modo di attaccare la buca è tutt’altro che una novità per lui. Nessuno se n’era accorto, ma l’ex Niño (oggi quarantenne) ci aveva già provato in alcune altre occasioni, tra cui, incredibile a dirsi, anche nei giorni del trionfo sull’Augusta National.
“In realtà è un accorgimento che uso di tanto in tanto – ha dichiarato durante la conferenza stampa di venerdì al Country Club di Jackson -. Ma al Masters ho puttato con gli occhi chiusi dalla prima all’ultima buca. Ed è successo anche in occasione di altre vittorie. Quando riesco a giocare sui green senza guardare l’impatto, provo come un certo senso di libertà e naturalezza. ‘Sento’ meglio il colpo e e resto più concentrato di quando lo seguo con gli occhi.”
Ed evidentemente il suo “blind putting” in questo momento deve funzionare piuttosto bene, se è vero che, dopo moltissimo tempo, Sergio Garcia si ritrova al primo posto in una prova del PGA Tour all’inizio dell’ultimo giro. Posizione che al Sanderson Farms divide con Cameron Smith e J. T. Poston, con -14. E i soli tre bogey, a fronte di 17 birdie, la dicono lunga sulla sua improvvisa precisione nel putt, specialmente quelli da media distanza che spesso lo hanno messo in crisi.