La qualifica di Francesco Molinari per lo U.S. Open lo ha riempito di gioia ma poi, pochi giorni dopo, è arrivata la terribile notizia della morte di Murray di fronte alla quale il campione torinese si è fermato a pensare

Purtroppo, il secondo major dell’anno, Il PGA Championship, non è andato come speravo.

Il primo giorno ho preso un sacco di pioggia, ho puttato male ma il taglio è stato compromesso alla 16 del secondo giro, quando ho sbagliato il drive e sono andato sopra par. 

Non tutti i mali però vengono per nuocere.

Grande soddisfazione per Francesco Molinari per la qualifica per lo U.S. Open

Sono andato subito a Dallas, provando prima i due campi sede della qualifica per lo U.S. Open.

Ho fatto 36 buche domenica, constatando che entrambi erano tosti, duri, con tanto vento e un set up molto diverso rispetto al PGA.

Aver potuto fare la prova campo è stato un bel aiuto. Ho giocato pensando di non aver molto da perdere, trovandomi più a mio agio sui green.

Le giornate sono state molto lunghe e con parecchio caldo.

Sotto l’aspetto mentale non è stato semplice mantenere la concentrazione per i due giri ma sono riuscito a staccare il pass.

Contento di giocare lo U.S. Open con Dodo e Matteo

Sono contento di tornare a Pinehurst dopo dieci anni, ho ottimi ricordi del campo, uno dei miei preferiti.

È poco “da U.S. Open” perché, almeno quando lo giocai, era in buone condizioni meteo con fondo duro, green sopraelevati e pendenze a uscire.

C’è poco rough, con waste area con sabbia e cespugli.

Avevo passato il taglio e finito 23° che, visto il momento, sarebbe un risultato soddisfacente replicare.

Saremo tre italiani.

Dodo arriverà prima, prenotando i giri di prova e magari giocheremo insieme anche con Matteo. Dipenderà dai programmi.

Francesco Molinari a Pinehurst con vista Open d’Italia a Cervia

Se andrà molto bene tornerò in Italia per l’Open d’Italia ma, se non dovesse arrivare un risultato eccellente, mi fermerò in America per giocare il Rocket Mortgage Classic a Detroit, gara contestuale al nostro Open.

Avendo delle chance per provare a rientrare nei Playoffs della FedEx Cup non posso mancarle sfruttandole tutte.

L’Open d’Italia si gioca a Cervia e molti colleghi mi hanno chiesto della località e della zona.

I giocatori del tour sono sempre felici di tornare in Italia ma anche di scoprire zone nuove del nostro Paese. In Italia si sta bene.

Field e calendario

Ci si lamenta della mancanza dei top player? Il problema è la saturazione dei calendari.

Prendete Tommy Fleetwood ad esempio: ha giocato in Canada, poi il Memorial, quindi lo U.S. Open e il Travelers.

Sono tutte gare immancabili per non perdere posizioni nel ranking.

Così, dopo quattro settimane tornerà a casa per vedere la propria famiglia, anche perché poi si riprende subito con Scozia, Open Championship, Olimpiadi e Playoffs FedEx.

Capisco che si potrebbe comunque non giustificare le assenze. In fondo giochiamo con montepremi stellari, i tornei sono organizzati in modo fantastico però le gare sono tante e pagano quelle inserite “a sandwich” tra due più importanti. 

Il ricordo di Francesco Molinari su Grayson Murray

Pochi giorni fa rispetto a ora che sto scrivendo, è mancato Grayson Murray.

Lo conoscevo relativamente poco, qualche mese fa a Tampa abbiamo giocato insieme i primi due giri.

Allora non avevo avvertito nulla di insolito motivo per cui la notizia è arrivata come un fulmine a ciel sereno.

Se una persona soffre di depressione, una professione come la nostra, nella quale viviamo spesso in solitudine, può essere deleteria.

Murray inoltre aveva su di sé grandi pressioni: era stato uno dei migliori a livello giovanile e quindi era carico di aspettative.

Guardando i professionisti da fuori non sempre è evidente che, se da una parte siamo fortunati nel fare questo lavoro che può dare tanti soldi e soddisfazioni, dall’altra conviviamo in un ambiente non sempre semplice, iper-competitivo dove è molto facile sentirsi soli. 

Nel mondo del golf, specie negli ultimi anni, si è un po’ perso il senso della misura: si parla molto di soldi, milioni su milioni, salvo sottovalutare altri aspetti importanti.

In inglese si dice ‘Mental Health’, aspetto che non sempre viene affrontato e invece dovrebbe essere centrale, senza pensare esclusivamente a soldi e show.

Se una persona non ha un buon equilibrio mentale di suo, purtroppo è facile smarrirsi.

Mai però avrei pensato che una cosa così drammatica sarebbe potuta succedere ma quando poi capita si vedono le cose sotto un’altra ottica.