C’era una volta Greg Norman, l’australiano che tra la metà degli anni ‘80 e ‘90 macinava metri su metri sui suoi avversari grazie al suo fisico scolpito e ai ripetuti allenamenti.
Poi è stata la volta di Tiger Woods che a partire dal ’97, nella sua prima vittoria al Masters, dava oltre 40 metri ai suoi compagni di gioco.
Oggi, la storia si ripete con Bryson DeChambeau, il culturista del PGA Tour che lascia esterrefatti i colleghi con le sue distanze siderali.
Nel circuito lo chiamano “Mad Scientist”, lo scienziato pazzo, perché ha la mania di calcolare tutto e gira con un compasso in sacca.
Il calcolatore del Tour ha deciso che per mandare la pallina in buca la via scientificamente più veloce sia quella di arrivarci prima di tutti tirando più forte possibile.
Da qui, la sua trasformazione da ragazzo della porta accanto con viso da bambino a “bestione” di oltre 100 chili.
E pensare che non ha ancora completato il percorso intrapreso con il suo preparatore, Greg Roskopf, con il quale ha sviluppato le cosiddette Muscle Activating Techniques (MAT), di cui va molto fiero.
L’americano è alto un metro e 86 e ora pesa 110 kg. Ma vuole arrivare a 120.
Inevitabili i giudizi del mondo del golf dopo la ripresa dei tornei.
“È folle, stupido, semplicemente incredibile”, ha detto a caldo il numero uno del mondo, Rory McIlory (che pesa solo 70 chili) dopo aver giocato con DeChambeau nel quarto giro del Schwab Challenge a Fort Worth.
“Ho tirato un drive a 288 metri con vento contrario, poi è arrivato Bryson e la pallina è atterrata a 343 metri. Sono senza parole”.
“Non ho mai assistito a nulla del genere. Nessuno è mai riuscito a dare alla palla una velocità di 316 km/h”, ha dichiarato il tre volte vincitore del Masters, Sir Nick Faldo.
“I numeri che sta registrando DeChambeau non appartengono al mondo golf”.
E ancora “A ogni drive di Bryson, vedo il mio imminente lavoro di barista avvicinarsi sempre più”, ha scherzato Eddie Pepperell su Twitter.
E poi c’è chi come Greg Norman si preoccupa non tanto del presente, ma di quello che succederà al corpo del 26enne americano.
Lo Squalo Bianco ha messo subito in allerta DeChambeau ricordandogli come i golfisti più potenti abbiano, da sempre, una storia travagliata alle spalle e un percorso costellato di infortuni.
Molti sono stati costretti a fermarsi lungo il cammino mentre erano all’inseguimento di distanze extra.
“Partiamo dal sottoscritto. Ho sempre voluto tirare la palla più forte di chiunque altro ma la velocità all’impatto e la forza mi hanno portato in sala operatoria per ben 13 volte. Ripetuti interventi chirurgici, dalle ginocchia ai fianchi, dalle spalle alla schiena”.
Oltre all’australiano, il caso più eclatante è Tiger con i suoi cinque interventi al ginocchio e quattro alla schiena in appena 10 anni, inclusa una fusione spinale.
L’ex numero 1 del mondo, Luke Donald, ormai una meteora nel circuito europeo (non vince un torneo dal 2012) è stato costretto a rallentare per i gravi problemi alla schiena a causa della ricerca di metri in più.
C’è poi Jason Day, che ha fatto in tempo a diventare il più forte giocatore del mondo prima che ripetute lesioni alla schiena lo fermassero.
L’ultimo in ordine cronologico è Brooks Koepka il cui ginocchio sinistro l’ha costretto a uno stop dalle competizioni e un ritorno troppo prematuro alle gare gli ha procurato strascichi interminabili oltre che la perdita del trono nel World Ranking.
La morale, senza lieto fine, di tutto questo è solo una: il binomio troppa massa muscolare-golf raramente sono un connubio vincente.
“Penso che sia tutto collegato – ha continuato Norman -, “Le articolazioni non si ingrandiscono man mano che i muscoli vengono potenziati portando all’usura delle giunture. Più carico gli metti, maggiori sono le probabilità che qualcosa si rompa”.
Ovviamente rispetto alla fine degli anni ‘80 il mondo del golf ha fatto passi da gigante.
Non c’è un giocatore sui Tour maggiori che non sia un vero e proprio atleta (casi rari a parte).
La mentalità, la scienza del golf, l’attrezzatura e la routine di allenamento hanno permesso a tutti di tirare il drive molto più lungo delle proprie capacità.
I giocatori sono più forti e più sani e i loro muscoli a contrazione rapida sono più veloci di prima.
Nonostante questo, ancora oggi gli estremi cambiamenti nei fisici comportano conseguenti operazioni chirurgiche.
Tiger ha un fisico scolpito nel marmo ma i suoi continui ed estenuanti allenamenti sono stati la sua rovina, come da lui stesso confermato.
McIlroy di qualche anno fa, quello che si presentò con una massa muscolare della schiena enorme, fu costretto a rivedere la sua preparazione fisica.
Furono proprio quei muscoli extra large a incrinargli la costola nel corso di uno swing.
Gli americani Dustin Johnson e Brooks Koepka, entrambi fermati dal ginocchio sinistro messo fuori uso. Insomma, tutti grandi atleti, giganti dello swing, sconfitti dalla loro estrema ricerca di perfezione.
Poi, arriva DeChambeau e con lui tutto ciò che ha a che fare con la forma fisica, con la forza e la velocità di movimento vengono portati all’estremo.
Per ora, il californiano continua il suo percorso di trasformazione senza particolari danni collaterali anche se già nel 2018 aveva rischiato di saltare l’Open Championship per un sovraccaricamento muscolare della spalla destra.
Il Mister Muscolo del Tour americano non ha paura di cambiare il proprio corpo, non teme che la sua struttura fisica possa ritorcersi contro, e i risultati e le sue statistiche parlano da sole.