Qual è il bilancio per il golf in questi ultimi sei mesi sconvolti dal Covid-19? Forse meno peggio di quanto ci si potesse aspettare, nei Paesi golfisticamente più evoluti. Secondo la periodica ricerca della National Golf Foundation (NGF), negli Stati Uniti fino ad aprile i giri di campo erano scesi del 16 per cento rispetto all’anno precedente. Un calo tutto sommato contenuto rispetto a quelli registrati in Europa, ma ricordiamo che al di là dell’Atlantico in numerosi Stati i golf sono sempre rimasti aperti.
Ma dopo il sostanziale pareggio di maggio, in giugno il raffronto con il 2019 segnava un +14 per cento, che poi è salito ancora al 20 in luglio. E secondo le indicazioni delle maggiori aziende di gestione campi, come Troon e KemperSport, il trend fortemente positivo è continuato anche per tutto agosto. Risultato: deficit di inizio anno recuperato e +3 per cento complessivo nei giri di campo.
Un risultato positivo che sembrava impossibile a inizio primavera, quando il lockdown aveva comunque bruciato circa 20 milioni di giri. Per dare un’idea di quello che ha rappresentato il record di luglio, basterà dire che un incremento del genere non si verificava da ben 151 mesi. Un balzo in avanti che dimostra la grandissima voglia di golf che il Covid-19 ha contribuito a far esplodere e che ha rappresentato, in concreto, 10 milioni di giri in più rispetto al 2019. Un’enormità.
Le ultime previsioni lasciano sperare che il 2020 negli Stati Uniti potrà far segnare un insperato e notevole aumento del gioco. Il dato che al momento sembra il più convincente è una crescita complessiva di oltre il 6 per cento. Un dato positivo annuale del genere, oltre il 5 per cento, si è riscontrato pochissime volte. Dall’inizio del secolo è infatti successo solo nel 2012.
Altri dati interessanti riguardano un netto aumento delle partite “in solitaria”, che sottolinea l’aspirazione a un po’ di libertà, dovuta agli effetti delle chiusure da Covid-19. In altre parole, momenti di relax personale contro interazioni sociali per dare una mano a liberare la mente. E in primo piano un ambiente naturale, ampio e con inesistenti possibilità di contatto/contagio al di fuori delle clubhouse.
Da sottolineare anche il forte aumento della pratica su nove buche. Negli States è salita del 15 per cento rispetto al totale, come abbiamo visto in crescita, dei giri giocati. Molti hanno salutato con favore questo dato. Si spera infatti che molti golfisti, dedicandosi con maggiore frequenza a giri sulla metà delle buche canoniche, stiano abbattendo quella barriera di tempo eccessivo da dedicare al golf, indicata da tutti come zavorra per l’espansione del nostro sport.
La crescita del numero di neofiti può essere aiutata dall’opzione delle nove buche accettata da tutti. Molto forte l’aumento dei giri “dimezzati” a fine giornata, come sfogo in campo dopo il lavoro e lo studio.
Secondo un’inchiesta del “Sunday Times” uscita alla fine di agosto, non molto diversa la situazione nel Regno Unito. I golf club inglesi sarebbero cresciuti di circa 20.000 nuovi soci a partire da maggio, un vero record storico. Non solo: nei tre mesi dopo la riapertura, i giri di golf sarebbero aumentati addirittura del 60 per cento rispetto al 2019.
Di segno nettamente opposto, secondo la NGF, la situazione per il turismo golfistico. L’indagine ha verificato che, a fine agosto, nel 2020 la caduta del volume d’affari legato ai viaggi è stata fra il 35 e il 40 per cento. Un dato che, negli Stati Uniti, è spiegato dubito dal crollo (75 per cento) dei viaggi aerei.
E in Italia? Purtroppo da noi queste analisi e questi dati non esistono. Fatto forse inevitabile vista la distanza di anni luce che ci separa da U.S.A e UK, dove il golf è un’industria/attività di primo livello. Ma, secondo quanto raccolto nella visita di numerosi circoli da fine maggio a oggi, la situazione generata dal Covid-19 potrebbe essere abbastanza simile. E cioè su i giri dei soci giocati dalla fine del lockdown, soprattutto nei club cittadini, e giù invece i green fee legati al turismo. Una situazione che, di colpo, ribalta il trend degli ultimi anni.