Certo, la pandemia prima e l’attuale situazione bellica spengono e di molto gli entusiasmi su quello che fino tre anni fa era, senza alcun dubbio, l’esperienza golfistica più incredibile che potessi vivere.
The Masters, un turbinio di emozioni, incontri, esperienze, colpi memorabili visti in prima persona. Recuperi, drammi, bastoni rotti, posizioni perse e recuperate, un unico vincitore.
Il fascino di questa manifestazione è legato a più aspetti. In primis si tratta dell’unico major che si gioca da ormai 86 edizioni nello stesso percorso, l’Augusta National Golf Club, in Georgia.
L’esclusività di questa esperienza per i ‘patrons’, ovvero coloro che avranno la possibilità di assistere ai quattro giorni gara, è nel fatto che a decidere chi potrà essere testimone oculare delle gesta dei campioni e della unicità del percorso è un algoritmo, che mischia ed estrae secondo un suo insindacabile giudizio i fortunati spettatori.
Altra possibilità di essere nel famoso “place to be” è quella di essere invitati da qualche sponsor e godersi come plus anche il misterioso Berkmans Place. Di cosa si tratta? Un super esclusivo club di tre piani, con cinque ristoranti, pro shop con articoli dedicati e la possibilità di puttare sulla riproduzione fedelissima di tre green del percorso di gara. La chicca? Avere addirittura il caddie a disposizione che vi aiuterà a leggere le pendenze, il tutto gratuitamente. Sarà a carico dello sponsor il badge giornaliero (al costo di 5.000 dollari…).
I ricordi indelebili del mio viaggio annuale al Masters sono tantissimi, ma se fossi obbligato a creare un podio questi sarebbero i tre prescelti:
3° posto – Masters 2019
Francesco Molinari in testa dovrà poi abdicare come molti di fronte al ritorno di Tiger. Interview room, Chicco finisce ed esce da una porta secondaria, lo incontro, ci salutiamo. Facciamo due chiacchiere, gli chiedo una foto per G&T, ovviamente dice sì. Torno alla mia postazione nel Media Center, felice preparo l’articolo con foto annessa. Ad interrompere il mio lavoro tre energumeni che battendomi sulla spalla mi chiedono di seguirli.
Vengo ricevuto dai vertici della comunicazione, i quali mi avvertono che non saranno tollerati altri comportamenti simili, e che ero a rischio sanzione. Gli spiego l’amicizia tra me e Chicco, ma capisco che le procedure americane non prevedono repliche né tantomeno dinamiche di rapporti umani.
Torno al mio posto, incredulo ma con un’esperienza di vita in più.
2° posto – Masters 2017-18-19
Rimango sempre stupito di come ogni anno l’organizzazione riesca sempre a migliorare un contesto che per molti sarebbe perfetto da decenni. Tutto ciò che viene guadagnato tra sponsor, partner, diritti, biglietti, merchandising e F&B viene reinvestito per far sì che l’experience sia unica, aumentando così in maniera esponenziale la voglia di essere lì.
Decine e decine di milioni dollari di ricavi in ogni edizione vengono usati per costruire nuovi spazi, parcheggi, edifici per hospitality e allungare alcune buche, acquistando terreni limitrofi.
1° posto- 4 aprile 2018
La foto e le due chiacchiere con Tiger. Il poliziotto che mi guarda torvo, io che salgo le scale della club house, Woods che scende, mi saluta, lo guardo come se avessi visto Adriana Lima. Ci sorridiamo, mi faccio coraggio, gli chiedo un selfie. Capisco in ritardo la difficoltà di farne uno con la macchina fotografica classica, anche perché i cellulari sono BANDITI ad Augusta.
Scatto, scambiamo qualche parola, torno di corsa al media center (appena rinnovato con una cifra monster di 56 milioni di dollari) nella speranza che la foto sia venuta bene.
Download… vittoria!