Avete mai provato a pensare quale score potreste realizzare a Pinehurst, con il campo preparato da U.S. Open? Ascanio Pacelli ha messo insieme qualche numero e il risultato per molti sarà sorprendente…

Ogni anno lo U.S. Open, a prescindere da quale sia il campo che lo ospita, genera nella mente di qualsiasi dilettante sempre la stessa domanda: quale avrebbe potuto essere il mio score migliore in una giornata di grazia e magari anche con qualche botta di fortuna?

È intrinseco dentro ogni golfista seriale pensare e ragionare sempre sulla base del proprio colpo migliore o del loro giro a cinque stelle.

Questo causa una vera e propria distorsione con la realtà, allontanando e di molto il probabile punteggio su di un percorso preparato per noi professionisti, figuriamoci su quelli gestiti della USGA per i propri tornei.

Partiamo dal presupposto che in una gara del DP World Tour e in condizioni meteo normali un handicap medio (quindi 15) non riuscirebbe a stare sotto i 110/120 colpi.

All’Augusta National lo score si aggirerebbe tra i 135 e 145, all’Open Championship stessa identica cosa e forse al PGA Championship qualche colpo in più.

Lo U.S. Open fa invece storia a sé. Ho avuto il piacere di vederne uno a Oakmont qualche anno fa e vi posso garantire che ho vissuto tutta la frustrazione e mortificazione dei giocatori coinvolti.

Tralasciando l’altezza e la densità del rough, la cosa più estenuante è tirare un colpo al green (spesso da distanze importanti) e puttare.

La stessa cosa è avvenuta in questa edizione, dove i ‘poveri’ giocatori hanno dovuto mandare giù bocconi amari ogni volta che la loro pallina toccava il green per poi finire nuovamente fuori.

Ecco che si ritorna al quesito iniziale. Quanto avreste fatto voi a Pinehurst? 

Diamo per scontato che quel giorno sarete in grado di tirare il vostro drive mediamente dritto, prendendo dieci fairway. Negli altri quattro consideriamo almeno 6/8 colpi per recuperare dalle waste area sparse ovunque a Pinehurst.

Diciamo anche che non farete mai né shank né flappe con i ferri. Il problema maggiore sarà nel dover affrontare i colpi al green e conseguentemente i recuperi da posizioni attorno allo stesso.

Vogliamo calcolarne 3/4 colpi per buca, e ci aggiungiamo pure 3/4 putt per imbucare?

Mettiamo tutti questi dati dentro un calcolatore e il totale dice circa 160, e tutto questo senza mai aver perso la vostra pallina, esprimendo il vostro miglior golf e senza neanche un brutto colpo.

Se ciò non dovesse capitare lo score potrebbe e di molto avvicinarsi addirittura ai 200…

Vi sembra assurdo, pensate che io abbia esagerato?

Facciamo un test. Andate in un campo che non conoscete, fatevi 18 buche dai tee banchi o dai neri, magari in una stagione dove i green sono abbastanza veloci. Scommettete qualcosa contro voi stessi, giusto per aumentare la pressione e scrivetemi poi quanto avete fatto.

Sappiate che a quello score dovrete aggiungere 30/40 colpi come minimo per provare cosa vuol dire giocare sul campo dello U.S. Open…

E ricordatevi che anche un putt da meno di un metro a volte può diventare fatale. 

Rory McIlroy docet.