Una giornata da starter per Ascanio Pacelli a Terre dei Consoli al fianco dei golfisti seriali tra linee di tiro al limite della balistica e divertenti commenti sulle vicende del Tour.
Per una serie di coincidenze, o per meglio dire, spartizioni di ferie e permessi, mi sono ritrovato nel weekend che coincideva con il PGA Championship di Valhalla a fare da starter a Terre dei Consoli.
Ascanio Pacelli: starter per un giorno
Non è la prima volta, e non sarà di certo l’ultima, anche perché mi piace poter condividere quegli istanti che dividono i golfisti seriali dalla speranza di un giro da postare sui vari social, al telefono spento per non subire le giuste prese in giro da parte degli amici.
In due giorni di gara ho visto tirare ben 120 tee shot tra uomini, donne, non più giovani, senior, super senior e future promesse.
La buca 1 di Terre dei Consoli, per chi non la conoscesse, è un corto par 4 di 340 metri con un lago subito dopo il tee e un fosso che trasversalmente si allarga a destra, prima di chiudersi con un out.
Due bunker puniscono un draw (o pull) e uno slice troppo marcato (anche un push dritto).
Tralasciando un momento di nostalgia nel rivedere bastoni comprati con le lire, guanti con prese d’aria, scarpe di inizio Terzo Millennio e palline di dubbia provenienza, quello che mi ha colpito di più sono stati: grip a zero nocche, backswing lunghi 10 centimetri (forse), assenza totale di ritmo, respirazione affannosa, sudorazione da maratoneta di Ultra Trail e linee di tiro ai limiti della balistica.
Ascanio Pacelli e il mondo amateur
È proprio vero, i dilettanti mi stupiscono sempre perché riescono a colpire la palla come solo loro sanno fare grazie a una serie interminabile di compensazioni.
Ho sentito molti che, dopo un evidente imbarazzo, dichiaravano di essere pronti a riprendere (o forse a cominciare) a fare lezione.
Tralasciando l’aspetto tecnico-tattico e miracoloso di tante palle in fairway, c’è stato un momento che ha rischiato seriamente di far uscire il mio lato oscuro.
Totti come Scheffler?
Si parlava di ciò che stava accadendo a Valhalla, della tragedia del povero addetto ai lavori del circolo, rimasto vittima di un incidente nei pressi della club house, della conseguente coda che si era formata e, ovviamente, della vicenda Scheffler.
Per un momento ho chiuso gli occhi immaginando lo stesso episodio, senza però una vittima stradale, nei pressi dello Stadio Olimpico a Roma, dove a causa del traffico (e capita spesso) il Capitano per antonomasia si ritrovasse bloccato a pochi minuti dal fischio d’inizio.
Francesco Totti che inizia a avvicinarsi con le quattro frecce, magari sulla corsia d’emergenza, ignorando il primo stop dei vigili, poi il secondo, cedendo solo al terzo posto di blocco che nel fermarlo esordisce: “Grande Capitano, oggi gli famo i bozzi a questi”.
E nel chiamare gli altri vigili, che ovviamente abbandonano la propria postazione per un selfie con l’emblema della Roma, la scena si conclude nel più classico dei modi.
Ovvero come Mosè fece con le acque del Mar Rosso, i pizzardoni romani aprirono quel fiume di macchine facendo passare Il Gladiatore, non prima che uno dei motociclisti in divisa possa chiedere un autografo per il nipote che guarda caso ha il suo stesso nome…
A interrompere la mia scena immaginaria, una frase che ero sicuro sarebbe arrivata: “Certo che quelli che giocano sul LIV sono diventati tutti delle pippe”. DeChambeau secondo a un colpo dal vincitore…
Non aggiungo altro, il mal di testa è forte 😉