Per chi ha il golf nelle vene questa non è una frase qualunque.
Era l’inconfondibile marchio di fabbrica di chi, dagli Anni 80 sino al 2011, ha portato tramite la tivù il nostro sport nelle case di migliaia di italiani, Mario Camicia.
Sono trascorsi quasi dieci anni dall’improvvisa e dolorosa scomparsa di Mario ma la sua voce, ogni volta che si avvicina il Masters, riaffiora più forte e nitida che mai.
Sì perché fu proprio Camicia, che di questa testata ricoprì il ruolo di Direttore Responsabile per diversi anni, a farci scoprire con la sua proverbiale simpatia il teatro dei sogni, l’Augusta National e il suo Masters.
Prima con Canale 5, poi con Tele + e infine con Sky, l’appuntamento era di quelli assolutamente imperdibili, anche per chi non necessariamente masticava golf ogni giorno.
In quel suo “Amici golfisti e non golfisti” con cui apriva ogni diretta si racchiude tutta la filosofia di un uomo speciale, che ha avuto l’enorme merito di contribuire in modo determinante alla crescita del golf nel nostro paese, sdoganandolo dal suo ingessato retaggio britannico e avvicinandolo finalmente anche alla gente comune, ovvero a tutti noi.
La prima settimana di aprile, da giovedì a domenica, quella voce dal timbro inconfondibile ci rapiva sino a notte fonda, raccontandoci con ironia, passione e competenza aneddoti e segreti di un torneo unico, facendoci innamorare perdutamente di tutto quello che raccoglie la parola Masters.
Da quelle prime indimenticabili dirette, in cui le telecamere coprivano soltanto le seconde 9 buche del campo, relegando le prime a una sorta di magico mistero, alla possibilità di seguire live ogni singolo colpo di qualsiasi protagonista, di strada ne è stata fatta parecchia.
Oggi non c’è centimetro dell’Augusta National che non conosciamo letteralmente a memoria, seppur molti di noi non abbiano mai messo piede in Georgia.
Ognuno deve un piccolo grande grazie proprio a Mario.
Se anche in Italia il golf ha raggiunto una dimensione non più da semplice salotto aristocratico lo dobbiamo in gran parte a lui. Se oggi nel nostro sangue scorre un’irrefrenabile passione è perché persone come Camicia ci hanno permesso di scoprire quanto meraviglioso e unico sia questo gioco, a qualsiasi livello lo si pratichi.
Grazie alla mia professione ho avuto la fortuna di entrare nel teatro dei sogni per la prima volta nell’aprile del 2012. Mario se ne era andato solo da pochi mesi, ma mettendo piede ad Augusta la sua voce mi ha accompagnato in ogni sguardo che rivolgevo a quel meraviglioso capolavoro golfistico, percorso finalmente a piedi in rigorosa e silenziosa ammirazione.
Martedì sera George O’Grady, allora capo dell’European Tour, invitò i giornalisti europei a una cena nel vicino Augusta Country Club. Ospite d’onore José María Olazábal, che di Masters in carriera ne ha vinti due (1994 e 1999), presente in qualità di futuro capitano del team europeo nella Ryder Cup che si sarebbe disputata pochi mesi dopo, quella del miracolo di Medinah.
Il brusio delle chiacchiere da vigilia fu improvvisamente spezzato dal tintinnio del bicchiere di O’Grady, anticipazione di un discorso che meritava l’attenzione di tutti i presenti. I tradizionali ringraziamenti a Olazábal, unitosi ai commensali al termine della Cena dei Campioni, e le parole di O’Grady si trasformano improvvisamente in un ricordo per noi italiani tutt’altro che scontato.
”Mario Camicia ha dedicato tutta la sua vita al golf e lo ha fatto con serietà, passione e competenza. Non dimentichiamoci del suo insegnamento e di quanto grande sia stato il suo contribuito alla crescita del golf nel suo paese”.
Caro Mario, di messaggi d’amore e di riconoscenza in questi dieci anni ne hai avuti infiniti, ma questo, a cui ho avuto l’onore di assistere, occupa un posto decisamente speciale. Perché arriva proprio da lì, da quel torneo che amavi alla follia e che ci hai aiutato a scoprire, fino a non essere più in grado di farne a meno, come il nostro golf.
Buon Masters anche a te allora, che il teatro dei sogni abbia nuovamente inizio.
(Foto per gentile concessione della Famiglia Camicia)