E’ stata una quarantena imprevista, come un fulmine a ciel sereno si è abbattuta su di noi, lasciandoci increduli e inermi davanti alla scomparsa di migliaia di persone.
Abbiamo riscoperto e finalmente capito il grande sacrificio che ogni giorno fanno medici e infermieri, ci siamo improvvisati panificatori, maratoneti, giardinieri, dog sitter, idraulici, imbianchini e architetti, ma diciamocelo: con scarsi risultati.
Da che portare fuori il cane la mattina presto era notoriamente una grande rottura di scatole, improvvisamente abbiamo riscoperto l’amore per il nostro amico a quattro zampe, facendo così la lotta per estrarre il fortunato che lo avrebbe portato (o trascinato) 8-9 volte al giorno per fargli fare la famosa passeggiatina.
Ho visto persone che pur di uscire hanno chiesto in prestito al vicino il bassotto o il figlio di sei anni.
Altre comprarsi lo zaino di Just Eat e simulare di essere un ‘delivery man’.
Sono girati su Whatsapp milioni di video di ogni genere, e devo dire che noi italiani su questo siamo sempre i più forti.
Credo che la medaglia del vincitore di filmati virali spetti a quelli che, pur di uscire e approfittando delle nostre maleducazioni quotidiane, si sono ‘travestiti’ da sacco della spazzatura, che senza destare sospetto avanzava verso la meta prefissa.
Anche il mondo del golf ha messo in campo tutta la sua potenza di fuoco grazie all’immenso amore e passione di tutti i miei colleghi professionisti, che quotidianamente postavano video su come allenarsi e magari migliorare alcuni aspetti dello swing.
Già, questo è il punto di partenza che questo strano momento ci ha regalato: un vero e proprio “reboot golfistico”.
Fermarsi a degli aspetti positivi, perché si crea un vero e proprio reset della memoria muscolare e, grazie all’astinenza, il desiderio di riprendere ci farà vedere le cose in maniera diversa.
Ieri, durante una diretta Instagram che tanto vanno di moda in questo periodo, ho avuto un bel confronto con Daniela Marrocco (@dama_coach), mental coach.
Ha parlato del fatto di riprogrammare la propria vita, di ricostruire le priorità e capire come evolversi, approfittando di questo periodo di grandi riflessioni.
Il golf e lo swing hanno le stesse dinamiche.
Mai come ora, per consolidare i buoni risultati passati e per raggiungere quelli futuri, una programmazione golfistica fatta di allenamenti, lezioni e confronto con il proprio coach diventa fondamentale.
Mi rivolgo soprattutto a te, che hai sempre visto la figura del maestro come un avvoltoio, pronto a buttarsi in picchiata sulla preda solo per i propri interessi.
Il più grosso errore che possiamo fare è quello di giudicare o arrivare a conclusioni in maniera affrettata, senza un periodo di prova.
Gli oltre 600 professionisti della PGAI sono persone qualificate, molte delle quali investono tempo e denaro (nonostante guadagnino molto poco) nella formazione e nel crescere come figura di riferimento.
Come in ogni settore pochi rischiano di rovinare il lavoro di molti. Ma se facessimo così in ogni attività professionale tutto si inchioderebbe.
Quindi datti una chance di fare quel salto tecnico e mentale che tanto rimpiangi alla 18 di ogni gara, quando saresti disposto a pagare oro pur di superare il lago davanti al green o di non aver paura di un’uscita dal bunker con il green in discesa e l’acqua subito dietro.
Usiamo un momento difficile e drammatico come questo per iniziare la nostra seconda vita golfistica e per far crescere finalmente questo sport in Italia.