Strana estate, questa del 2020. L’emergenza “Coronavirus” ha radicalmente cambiato la nostra vita, facendoci riscoprire, pur in momenti di grande sofferenza, valori e abitudini che la frenetica vita cui eravamo abituati ci aveva fatto dimenticare.
E quindi, un po’ per la paura di salire su aerei e traghetti, un po’ la necessità di ritrovare certezze smarrite e un po’ perché forse è meglio fermarsi a vedere che succede, stiamo pensando a vacanze in Italia, soprattutto quelle in montagna dove ritroviamo ancora molti dei nostri valori ai quali, nonostante le vacanze alle Maldive, le cene sushi e il concerto degli AC/DC, siamo inevitabilmente legati.
E quando si parla di montagna, si parla di Valle d’Aosta: vengono in mente piste di sci, montagne altissime, castelli, monumenti e un’enogastronomia di eccellenza.
Negli ultimi anni, poi, l’immagine della Valle si è legata anche alle gare di scialpinismo e di trail, le corse in montagna riservate a veri ‘duri’ della scarpetta che si affrontano per decine di chilometri su e giù per monti, valli e sentieri impossibili.
In altre parole, realtà fantastiche e spesso uniche: tutto quello che la gente si aspetta da una regione di montagna vera, niente escluso.
Ma c’è di più, anzi c’è qualcosa che è ancora poco valorizzato, nonostante la rapida diffusione che sta avendo tra i valdostani: il golf.
Sorprendente, vero? In una regione dove l’altezza media del territorio è più di 2.000 metri, dove le montagne hanno pareti ripide e dislivelli impressionanti, il golf è lo sport in maggiore crescita: ci sono ottocento praticanti tesserati con sei campi a disposizione (di cui due campi pratica).
Volete un riferimento per capirne la diffusione? La Lombardia ha un giocatore ogni 417 abitanti, la Valle d’Aosta ne ha uno ogni 156. Se vi capiterà di visitare i percorsi valdostani, capirete il perché di questo successo.
La tradizione di Courmayeur
Non che il fenomeno in sé sia recente, anzi! Il campo di Courmayeur, ad esempio, è nato nel 1935 da un progetto di Peter Gannon e Henry Cotton, due nomi grandissimi nella progettazione di campi.
La ’location’ è straordinaria: situata a 1560 metri di altitudine nel pieno della Val Ferret, ha un panorama mozzafiato.
Dal green della buca 8 si ha la più bella vista del Monte Bianco, mentre per ammirare le Grandes Jorasses, i posti migliori li avete dalla buca 3 e dal tee della buca 4, qui con un ‘taglio’ in mezzo ai larici che fanno da cornice alla monumentale montagna.
Il campo di nove buche si sviluppa in piano, adattissimo quindi per giocare in totale relax e tranquillità, camminando in un ambiente bucolico dove può capitare di vedere (soprattutto a inizio e fine stagione) camosci, marmotte e stambecchi appena fuori dal percorso.
Ma non si viene a Courmayeur solo per il golf: il paese è una delle mete più trendy ed eleganti dell’intero arco alpino italiano, un posto però dove la riservatezza e la discrezione sono il vero motivo del suo successo senza tempo.
Località dalla doppia stagionalità, da qualche decennio viene proposta sui mercati esteri per i suoi impianti e le sue piste di sci.
Ma è in estate che si misura la vera tradizione del paese: fin dall’inizio del ’900 Courmayeur fu una delle destinazioni preferite della famiglia reale Savoia, che veniva per le acque termali (si contavano 13 sorgenti, ognuna con la sua specifica caratteristica).
Oggi che siamo in tempi di repubblica, a Courmayeur ci si viene lo stesso non solo ma ancora per le acque termali: a Pré St. Didier, comune immediatamente confinante, c’è l’affascinante QC Terme, con un programma benessere di grande richiamo e che offre piscine all’aperto dalle quali, immersi nelle calde acque dello stabilimento, si ammira la straordinaria catena del Monte Bianco nella sua interezza.
Cervinia, golf a 2.000 metri
Non meno affascinante è Breuil Cervinia. La località è ‘solo’ una frazione di Valtournenche. In realtà è la località sciistica italiana più conosciuta all’estero.
Situata a 2.050 metri di altitudine, con l’avvento dello sci alpino intorno al 1930, nella località vengono costruiti i primi insediamenti turistici e poi i primi impianti di risalita fino a Testa Grigia (3.480 metri di altitudine).
Ma è nel dopoguerra e grazie al visionario ingegnere Lora Totino (lo stesso che ha realizzato la prima Funivia del Monte Bianco e che immaginò il Traforo del Monte Bianco, costruendone a proprie spese le prime decine di metri), sostenuto da imprenditori coraggiosi come la famiglia Cravetto, che si realizzò l’arditissima (per l’epoca) funivia che da Plan Maison raggiungeva il Furggen, dando il via a uno straordinario comprensorio che oggi permette di sciare per dieci mesi all’anno.
Grazie a questo, pur avendo nella stagione invernale il massimo del flusso turistico, il paese diventa interessante da frequentare anche d’estate: lo sci estivo, uno dei pochi comprensori rimasti in Italia, rappresenta un elemento di attrazione formidabile, dove numerose squadre nazionali si alleano in preparazione della stagione agonistica successiva.
Il che rappresenta anche un richiamo notevole per gli appassionati che, una volta soddisfatta la voglia di neve, trovano un giusto corollario e completamento nel campo da golf di Breuil Cervinia, proprio ai piedi delle Grandes Murailles.
È l’unico 18 buche della Valle d’Aosta e si sviluppa lungo il Torrente Marmore: partendo sulla sinistra del paese, subito dopo la rotonda di ingresso, ha un disegno molto rispettoso del territorio.
Realizzato inizialmente come 9 buche nel 1955 da Donald Harradine, da una decina d’anni è diventato un 18 buche grazie all’architetto Luigi Rota Caremoli.
È un percorso intrigante ma impegnativo: le buche hanno un andamento che segue il territorio, dove sono stati fatti pochissimi movimenti di terra. La prova?
Giocando vedrete marmotte spuntare un po’ dappertutto, segno che quel campo è ancora ‘casa loro’. La vostra sfida sarà nel calcolare la lunghezza del volo della palla (vi trovate a oltre 2.000 metri di altitudine e quindi farete distanze inattese!).
E poi capire le pendenze, i rimbalzi che la vostra palla potrà avere su questo terreno naturale e come raggiungere i green, spesso lassù in cima dove si vede solo la bandiera.
Con un campo così rischiate però di perdervi nella bellezza della natura che avete attorno: il Cervino (soprattutto dal tee della buca 8, dove tutti, ma proprio tutti, fanno l’irrinunciabile foto del proprio plastico swing – spesso simulato – con lo sfondo della celeberrima montagna), e poi le Grandes Murailles, il Lac Bleu.
E all’imbrunire vi troverete in un paese molto ‘glamour’ e giovane: i locali dove passare le serate sono tanti, sono belli e sono i più diversi.
Nel tempo qui si sono stabilite persone da tutto il mondo, dando così al Breuil un’invidiabile impronta internazionale.
È una destinazione in grande evoluzione: è di questi giorni l’annuncio del Presidente delle Funivie del Cervino Federico Maquignaz dell’intenzione di organizzare, assieme agli svizzeri di Zermatt, la più lunga discesa libera della Coppa del Mondo.
La speranza è che questa gara, prevista su oltre cinque chilometri e con partenza dalla svizzera Gobba di Rollin (a quota 3.889 metri) fino a Cime Bianche Laghi (2.812 metri) sul territorio italiano, possa essere in calendario nell’inverno 2022, celebrando così la funivia tra Plateau Rosa (Italia) e il Piccolo Cervino (Svizzera), che completerà il collegamento tra Cervinia e Zermatt senza bisogno di usare gli sci .
Il campo del capoluogo
Ed è ad Aosta che troviamo il campo storico di golf, quello che ha avvicinato molti valdostani al nostro sport: è il golf club Aosta Arsanières.
Situato a Gignod, all’inizio della valle del Gran San Bernardo, è nato nel 1991 ed è a pochi minuti dal centro città.
È un 9 buche molto movimentato, ‘di montagna’ verrebbe da dire, se non si trovasse a soli 1.050 metri sul livello del mare.
L’ambiente è molto famigliare, simpatico, semplice ed ha il grande vantaggio, per l’incredibile microclima della zona, di essere fruibile per nove mesi l’anno.
Ha un paio di buche tecnicamente molto impegnative ma è divertente e merita una visita.
Infine ad Aosta c’è anche un campo pratica puro: si tratta del Driving Range Valle d’Aosta, al Villair di Quart, poco fuori lo svincolo autostradale di Aosta, sulla strada statale che scende verso la bassa valle.
Ha diverse postazioni coperte pronte ad ospitare chi ha poco tempo o ha solo voglia di tirare un po’ di palle senza impegnarsi in un giro di campo che, notoriamente, richiede diverse ore. Le 12 buche di Gressoney
Anche nella valle del Lys c’è un campo fino a pochi anni fa a nove buche: si trova a Gressoney St. Jean. Lo vedete proprio sulla destra della strada regionale che sale verso il Monte Rosa.
È un percorso impegnativo. La vallata stretta è la caratteristica principale di questo campo: le buche sono corte, ma richiedono colpi precisi e attenti verso green spesso assai piccoli.
I forti dislivelli tra tee di partenza e green nonché tra le singole buche ne fanno un vero campo di montagna.
Non tutti amano questi percorsi, ma se ne cercate uno vero, naturale, una sfida ‘vecchio stampo’, questo tracciato fa per voi.
Negli ultimi anni al percorso originale di nove buche ne sono state aggiunte altre tre che si distendono più in piano, sulla prosecuzione del fondo valle, in modo da renderlo più adatto al frequentatore di Gressoney.
Pur essendo le pendici della valle assai severe, la località ha un turismo fatto di famiglie, di attività tranquille, di visite allo splendido Castello Savoia (la famiglia reale è sempre stata molto presente in Valle d’Aosta), senza quella fretta che è connaturata all’odierno modo di viaggiare.
In quest’ottica la creazione delle nuove buche è coerente, anche se Gressoney è indissolubilmente legato a manifestazioni di scialpinismo estreme come il Trofeo Mezzalama o il Monterosa Ski Alp, o all’attività di montagna testimoniata da rifugi celeberrimi come la Capanna Margherita (il più alto rifugio alpino in Europa, a quota 4.554 metri) o la Capanna Gnifetti, sul versante valdostano del Monte Rosa.
Sia in inverno sia in estate funziona il comprensorio funiviario del Monterosa Ski, che unisce Gressoney e la sua comunità walser alla Val d’Ayas, altra notevole località turistica per famiglie.
Pitch & putt in Val d’Ayas
Qui la valle è meno ‘ruvida’. I prati e i boschi di abeti e larici hanno pendenze molto dolci, ideali per le passeggiate e il cicloturismo che permettono di visitare il piccolo comune di Champoluc o l’antica miniera d’oro di Chamousira a Brusson.
In questa bella valle troviamo un piccolo campo pratica: è un 9 buche pitch & putt, un percorso dove le buche sono corte e i cui green si raggiungono al primo colpo, ma è omologata della FIG come 6 buche executive.
Il campo si trova in località Villy, frazione di Champoluc, a fianco del torrente Evancon.
È divertente e poco impegnativo, adatto per fare esperienza o, trovandosi in zona, per chi vuole giocare un po’ senza troppi problemi.
Un campo per passare del tempo piacevole, insomma.