In compagnia della Range Rover Sport first edition partiamo alla scoperta di due magnifici percorsi nelle vicinanze della città scaligera.

Eccezionali prestazioni su strada, capacità di affrontare ogni tipo di terreno e una gamma di tecnologie innovative per una vettura in grado di ridefinire il concetto stesso di eleganza.

Tanto è bella che ci si sente quasi in soggezione nel mettere nel baule le sacche da golf.

Questo è il pensiero che ci è venuto quando, nel parcheggio della redazione, abbiamo caricato bastoni e macchine fotografiche sulla Range Rover Sport First Edition che ci aspettava per il nostro itinerario.

Il brand Range Rover è emblema di qualità totale al punto che la Famiglia Reale Britannica da sempre la sceglie per i propri spostamenti.

La versione Sport rispetto alla sorella maggiore perde una decina di centimetri di lunghezza e di altezza mantenendo inalterato fascino e maestosità. Stiamo parlando di una vettura cinque stelle alla quale non manca proprio nulla in termini di lussuosità. È enorme ma non un monolite. Le linee, con il parabrezza inclinato, il tetto discendente e i fari posteriori orizzontali immersi nella fascia nera rendono questa Range perfetto esempio di sporting luxury.

Ci ha colpito immediatamente la pulizia della linea con le superfici che appaiono smussate e le maniglie a scomparsa. Niente fronzoli e tanta sostanza. Si apre la porta e… si entra in salotto! Le finiture sono in sintonia con il marchio: il massimo. I materiali sono di qualità e gli assemblaggi perfetti. Stiamo sicuramente parlando di lusso, in fondo siamo a bordo di una vettura che costa quasi 150.000 euro, però la sensazione è che non sia ostentazione bensì un’eleganza raffinata che ci si aspetta dagli inglesi.

Lo schermo ricurvo al centro della plancia catalizza l’attenzione e passiamo parecchi minuti nel giocarci personalizzando le impostazioni. Il sistema infotainment è infinito con tantissime funzioni. Non ci dilunghiamo nel parlarvi della dotazione presente. Vi invitiamo a immaginare quello che si può desiderare su un’auto: qui c’è. Un esempio? Clima quadrizona: ogni passeggero, anche quelli seduti dietro, regola temperatura e riscaldamento del proprio sedile. 

Il viaggio

Partiamo in direzione Verona. In strada non si passa inosservati e ci si sente dominanti. Nonostante le dimensioni, siamo larghi due metri, ci divincoliamo nel traffico. In autostrada si sta meglio che in salotto. Viaggiamo a 130 chilometri l’ora con cruise control con distanza minima attivo e sistema di mantenimento della corsia.

A bordo regna il silenzio. Non si sente nessun rumore che non siano la musica o le nostre parole, peraltro chiaramente avvertibili anche sui sedili posteriori grazie a un sistema che amplifica la voce evitando così di dover gridare per farci sentire da chi siede dietro. Sebbene i navigatori si ostinino a sostenere che i tempi di percorrenza in A4 siano simili a quelli della A35, la BreBeMi, optiamo per la più libera, seppur cara, neonata autostrada. Saltando Bergamo, in 90 minuti arriviamo in vista del Lago di Garda, splendido in questa stagione ricca di turisti. Il temporale della sera precedente ha pulito il cielo che, a differenza di Milano, qui è azzurrissimo. Dopo solo quattro chilometri dall’uscita di Sommacampagna varchiamo i cancelli del Golf Verona.

Golf Verona

Il circolo si trova tra le colline a Ovest della città di Romeo e Giulietta, nell’entroterra del Lago di Garda. Il percorso si sviluppa tra i vigneti che incorniciano i colli di Custoza perfettamente inserito nella vegetazione verdeggiante.

La club house è affascinante con l’edera che l’abbraccia. Il circolo è nato nel 1960 e le prime nove buche, scaturite dalla matita di John Harris, sono state inaugurate nel 1963 e raddoppiate nel decennio successivo con la collaborazione di Giulio Cavalsani. Negli ultimi anni, in occasione del 40° anniversario, il circolo ha vissuto un complesso e meditato processo di aggiornamento. Il percorso è stato rivisitato da Baldovino Dussì e Alvise Rossi Fioravanti che lo hanno reso più tecnico e delicato. 

Andiamo a cercare scorci dai quali rubare qualche scatto. La macchina ovviamente non ha nessun problema anche quando l’asfalto finisce, anzi si trova nel suo habitat perfetto. Il terrain response permette di scegliere tra diverse modalità di terreno, comprese le arrampicate sulle rocce. Le sospensioni adattive possono alzare la macchina di ulteriori dieci centimetri rendendola inarrestabile grazie anche alla trazione integrale e le ridotte, alle quali non abbiamo dovuto ricorrere sul campo da golf.

Il percorso

Lasciamo Diego al suo lavoro di fotografo e andiamo alla scoperta delle 18 buche par 72. Percorso collinare con pendenze solo a tratti impegnative. Le prime nove sono strette e immerse in una fitta vegetazione. I green sono ben difesi e serve precisione nei colpi verso la bandiera. Le seconde nove sono invece più ampie ma anche più lunghe. Due caratteri molto differenti accomunati dalla lezione di golf che mi ha dato il collega Jacopo!

Da sempre fautore di una gestione agronomica eco-compatibile e di basso impatto ambientale, il Golf Verona ha ottenuto la certificazione ‘Impegnati nel Verde’.

Ci sediamo al ristorante che propone piatti curati e la tipica atmosfera del club dove emergono eleganza e cura nei dettagli. Da poche settimane il circolo è guidato da Matteo Gianazza che ne ha preso le redini il 17 luglio diventando il 15° presidente della storia. “Sono stato eletto insieme a cinque consiglieri con i quali abbiamo condiviso un preciso piano di sviluppo – ci ha raccontato -. Il cuore del programma è una proposta innovativa per partner e sponsor. Vogliamo che non ci si limiti al mettere il nome dell’azienda bensì che queste siano inserite nel territorio o che operino in ambito sportivo vivendo così il circolo. Non più quindi una sponsorizzazione fine a se stessa ma una collaborazione che aggiunga valore al club, agli atleti e ai soci”.

Il circolo ha appena cambiato l’impostazione della formazione creando l’Academy 360 con programmi dedicati a tutte le tipologie di giocatori, giovani, master e senior. “Il nostro pensiero è che sin quando uno gioca bene o migliora lo fa più volentieri mentre se si gioca male tende a smettere”. Verona è un club di stampo tradizionale con una solida base sociale e una storia importante. “La volontà è che la nostra tradizione venga condivisa e scoperta da tutti. Abbiamo celebrato le sei decadi con il claim: ‘60 anni di storia e di futuro’. La storia ci dà le radici mentre le strutture e le iniziative ci permettono di diventare un valore aggiunto nell’offerta turistica della nostra città e dei dintorni”.

Il pranzo è stato ottimo e lasciamo il circolo dedicando parte del pomeriggio alla visita di Verona prima di assecondare il richiamo del Lago di Garda.

Cà degli Ulivi

In mezz’ora raggiungiamo Ca’ degli Ulivi. Una volta arrivati ci raggiunge il direttore Emanuele Mariotti, che ci accompagna all’interno della club house, un vero e proprio mix tra tradizione e modernità.

La maggior parte delle 28 suite dell’hotel, un quattro superior, tra cui la nostra, prevedono balconi con accesso privato alla nuova panoramica infinity pool a sfioro. Riponiamo i bagagli in camera e ci concediamo una nuotata ristoratrice in piscina. L’albergo annovera un centro benessere con sauna finlandese, sauna a infrarossi, bagno turco, docce emozionali, percorso Kneipp, stanza del riposo e un solarium all’esterno.

Dalle camere, così come dalla terrazza del ristorante esterno e da numerosi punti del percorso, quello che lascia meravigliati è la vista che si ha sul paese di Garda, sulla celebre Rocca, sul porto di Bardolino e sulla penisola di Sirmione: un vero e proprio spettacolo.

La club house e le sale interne del ristorante presentano elementi delle tradizionali “stube” altoatesine, le vecchie stanze tipiche riscaldate da una stufa a legna, così da far sentire a casa gli stranieri che arrivano dalla Germania, Svizzera, Austria e dai paesi nordici.

Una volta seduti a tavola sulla terrazza esterna del ristorante, ci raggiunge il proprietario Luciano Chincherini che, dopo la morte del padre Alessandro, vero e proprio pioniere del turismo sul lago di Garda, ha preso le redini della Chincherini Holiday Group.

Come ci racconta durante la cena, sono riusciti a sfruttare al meglio il periodo del lockdown nel quale hanno ristrutturato completamente le camere e gli interni della club house, lasciando alcune zone e aree con tratti caratteristici altoatesini. “Nonostante i miei numerosi impegni – ci racconta Chincherini – per nessun motivo, sia d’estate che d’inverno, alle 10 del mattino di ogni domenica mi ritaglio alcune ore per giocare e divertirmi sul nostro amato campo”. Un’attività la sua che coniuga business e passione, connubio perfetto per il successo.

Infatti, i progetti per il futuro sono ambiziosi: “La struttura di Marciaga vivrà un futuro ampliamento di un piano dell’hotel, per dare l’opportunità a sempre più persone di godere della bellezza del luogo e offrire la possibilità di far scoprire un territorio a cui non manca nulla sotto ogni punto di vista. Siamo ai vertici per l’enogastronomia e completiamo l’offerta con numerose attività sportive che il lago offre, così come le colline e le montagne adiacenti”.

La cena sulla terrazza giunge al termine e appagati ci ritiriamo per un meritato sonno ristoratore. 

La sveglia di buon’ora e la sostanziosa colazione avviano la giornata. Sacca in spalla e via alla scoperta delle 18 buche. Portare l’auto sul percorso non è agevole per via delle stradine strette, così il direttore ci accompagna con la Vespa di un socio, indicandoci tutti i punti dove poter arrivare con la Nuova Range Rover Sport per realizzare i vari scatti.

Il percorso

Il circolo non chiude mai, visto le sue temperature miti durante tutto il corso dell’anno, dove l’unico periodo di bassa stagione è proprio quello tra luglio e agosto. Mentre Diego scatta, Jacopo si fa dare qualche dritta sul percorso che annovera 18 buche da campionato e nove Pitch & Putt chiamate Mirabello.

Il tracciato disegnato dallo studio inglese Cotton Penninck & Partners, presenta al suo interno quasi tre percorsi in uno, vista la differenza tra le diverse buche. Le prime e le ultime tre si arrampicano fino a salire sul monte adiacente da dove è possibile godere di una vista senza eguali; le buche centrali sono molto tecniche ed è necessario saper piazzare il tee shot; quelle basse sono più ampie e spaziose e più permissive: lì è possibile osare ed essere un po’ più aggressivi.

Il disegno delle buche e la disposizione dei tee di partenza rendono al contempo il percorso impegnativo per un giocatore di livello avanzato, ma anche divertente per un golfista agli esordi.

Ritorno a casa

Dopo aver concluso il nostro giro, in auto ma anche con bastoni e palline, ripartiamo ma, prima di rientrare a Milano, ci arrampichiamo alla scoperta delle stradine panoramiche della costa Est del Lago.

Sui tornanti l’auto si dimostra sorprendente, frutto di un grande lavoro degli ingegneri che le hanno fatto fare un ulteriore salto in avanti rispetto ai modelli precedenti. In curva il rollio è impercettibile grazie all’assetto eccellente, nonostante i 180 centimetri di altezza.

Le sospensioni adattive ad aria fanno un ottimo lavoro, dando a chi guida una sensazione di grande sicurezza e fiducia. Siamo sì su una vettura di oltre due tonnellate ma i freni sono proporzionati senza alcuna indecisione. Il sole inizia a colorarsi di tramonto e allora è tempo di guardarlo dritto in faccia rientrando a Milano.

L’auto si è dimostrata molto versatile, a suo agio in qualsiasi condizione: godibile su strada e con una facilità di guida in fuoristrada che va oltre qualsiasi aspettativa si possa avere. Un lussuoso salotto viaggiante che permette di rilassarsi durante gli spostamenti. Effettivamente la fatica del viaggio di fatto è terminata quando siamo saliti a bordo.

Range Rover Sport P530 First Edition: stile contemporaneo, design evocativo

Da 1947, quando fu concepita la prima vettura, Land Rover costruisce veicoli in grado di affrontare ogni sfida possibile.

Veicoli realizzati per stimolare i loro proprietari ad avventurarsi su terreni e in luoghi difficili da conquistare. Veicoli che incarnano i valori dei progettisti e degli ingegneri che li hanno creati. Ognuno con i tratti iconici del design britannico, in un perfetto connubio di capacità ed eleganza. È questo stile innovativo, audace e lontano dalle convenzioni che le contraddistingue da sempre e porta l’azienda ad andare oltre. Range Rover Sport si merita in pieno la «S» di SUV.

È la Land Rover più agile, dinamica e reattiva mai prodotta, nonché la massima espressione del marchio britannico. Progettata e costruita per soddisfare le esigenze odierne, è a suo agio in città, come nei fuoristrada più impegnativi o in autostrada.

Dati

Cilindrata (cc) 4.395; Potenza max (CV/kW/giri); 530 (390) / 5.000-6.000; Coppia max (Nm/giri) 750 / 1.800-4.600; Emissioni di CO2 secondo WLTP (g/km) 261; Consumi secondo WLTP (l/100 km) 11,2 – 11,7; Trasmissione Automatico «8 rapporti», Capacità serbatoio 90 litri; Peso dell’auto in ordine di marcia 2.430 kg.

Dimensioni

Altezza 1.820 mm; Lunghezza 4.946 mm; Larghezza con specchietti retrovisori aperti; 2.209 mm; Bagagliaio 485 litri.